I consigli di Matteo: ottenere il massimo dalle nostre piante da orto

Oggi parliamo dei mezzi di protezione delle piante da orto, con particolare riferimento alla pacciamatura.

Gli obiettivi principali di questi interventi agronomici sono quelli di proteggere le coltivazioni dalle avversità meteoriche e anticipare o ritardare lo sviluppo delle colture. Questi accorgimenti valgono non solo per la primavera-estate ma anche per il periodo autunnale.

Gli interventi di difesa e di semiforzatura possono riguardare:

• La parte ipogea (radici) della pianta - copertura del terreno con materiali diversi (pacciamatura);
• La parte epigea (chioma) della pianta - ombreggiamento, campane, cassoni, tunnel, tettoie, serre.

Particolare della raccolta su telo pacciamante.Piccoli tunnel coperti da telo in tessuto non tessuto.

La pacciamatura può essere effettuata con materiali naturali inerti (foglie, paglia, pula, torba, letame) o materiali plastici. In quest’ultimo caso, ricordatevi che il bordo del telo deve essere leggermente rincalzato con del terreno in modo tale da fissarlo.

In commercio si trovano film in PE (Polietilene) della larghezza di 1,20 - 1,30 m, di colore nero. Le prode (aiuole**)** pacciamate che si vengono a formare hanno la larghezza di 80-100 cm, intercalate da aree di passaggio di 30 - 40 cm. Con un badile si toglie uno strato di terra dal passaggio e lo si “aggiunge” alle aiuole adiacenti. I passaggi si abbassano e le prode si rialzano leggermente (10/15 cm).

Sotto la pacciamatura è possibile stendere una manichetta microforata (un tubo plastico forato ad intervalli regolari utilizzato per l’irrigazione).

L’utilizzo del telo pacciamante determina il riscaldamento dello strato superficiale di terreno (10-20 cm), la conservazione della struttura e dell’umidità del terreno, l’eliminazione delle infestanti, l’isolamento delle piante e dei frutti dal suolo.

Posa della pacciamatura.

Molto spesso la pratica della pacciamatura viene abbinata ad altre protezioni (tunnel e serre). In questo modo è possibile ottenere un effetto combinato che rafforza l’efficacia dei diversi metodi.

L’impiego di mezzi di difesa della parte epigea può essere messo in atto utilizzando metodi estemporanei oppure ricorrendo a strutture più razionali e costose, mediante la costruzione di piccoli tunnel costituiti da un’intelaiatura leggera di archetti di ferro o in tubi di plastica su cui si dispone una pellicola in PVC o polietilene o ancora in tessuto non tessuto. Questi materiali vengono fissati con corde tirate trasversalmente da un sostegno all’altro. Le falde della pellicola vanno interrate per chiudere convenientemente le piante all’interno della protezione, salvaguardandole dal vento. L’altezza dei tunnel può essere molto variabile: da 30 a 80 cm o fino a 1,50 m. I tunnel più piccoli prevedono in genere l’utilizzo di pellicole forate, in modo che non sia necessario aprirle per areare la coltura. Così facendo si crea una sorta di autoregolazione della temperatura all’interno del tunnel. Nel caso dei tunnel più alti è indispensabile provvedere all’aerazione sollevando la pellicola nelle ore più calde. Quanto maggiore è il volume d’aria racchiuso dalla pellicola, tanto più efficace è la protezione.

In primavera possono essere predisposti dei sistemi di protezione estemporanei per salvaguardare la coltura dagli ultimi freddi e poter così anticipare la raccolta. Le protezioni possono essere realizzate con stuoie di paglia e foglie oppure si impiegano cupolette o piccoli telaietti in legno rivestiti con film plastico o vetro.

Possono inoltre essere predisposte delle postazioni fisse come i letti caldi o le serrette in lastre di plastica, le quali sono utilizzate specialmente per le semine, e avere così piantine pronte per il trapianto non appena il clima diventa sufficientemente mite per poter coltivare all’aperto l’ortaggio.

Zucchini protetti con piccoli tunnel in tessuto non tessuto.Apertura dei piccoli tunnel durante il giorno.