Il dry gardening, anche conosciuto come xeriscaping, è un metodo per creare e mantenere il proprio giardino (o terrazzo) razionalizzando l’uso dell’acqua necessaria per la sua irrigazione. Nel 1981, è stata la società di gestione e distribuzione dell’acqua potabile di Denver - in Colorado - a definire i principi dello xeriscaping che rapidamente si sono diffusi nella porzione occidentale degli Stati Uniti (dove da tempo è in atto un rilevante calo delle riserve idriche) e che oggi, a causa del cambiamento climatico globale, si stanno facendo strada anche da noi in Europa. Contrariamente a ciò che si può pensare, un dry garden non sarà però una semplice collezione di piante grasse: seguendo le poche e semplici regole dello xeriscaping, il suo aspetto non avrà nulla da invidiare a quello lussureggiante e coloratissimo di un giardino tradizionale. Se vi lascerete ispirare, il vostro dry garden sarà una gioia per gli occhi e un amico fedele per il nostro prezioso Pianeta!
Ispirazioni per realizzare un dry garden e contenere i consumi idrici – foto dell’autrice
Perché il nostro dry garden sia bello ed efficiente, dobbiamo cominciare progettandone il layout complessivo. Definire le aree pavimentate (che riducono la superficie da irrigare) e raggruppare la vegetazione in base alle esigenze colturali (esposizione, temperature minime e massime tollerate, caratteristiche del suolo, ecc.) sono infatti i primi passi per limitare le successive bagnature e ridurre così il consumo di acqua. Una volta definite, le aiuole andranno opportunamente preparate per far sì che le piante si sviluppino bene e in salute, senza bisogno di continue irrigazioni: con l’aiuto di una vanga a staffa girevole, dissodiamo quindi il terreno fino a una profondità di almeno 50-60 centimetri così che le radici ne possano raggiungere velocemente gli strati sempre idratati e arricchiamo poi il terriccio con del lapillo vulcanico, utilissimo per trattenere gli elementi nutritivi.
E il prato? Come possiamo immaginare, prato all’inglese e dry garden non vanno molto d’accordo, ma se proprio vogliamo aggiungere al nostro giardino una piccola superficie erbosa, possiamo scegliere la Lippia nodiflora, una tappezzante perenne che resiste bene al gelo, cresce al massimo 10 centimetri e da aprile a ottobre si riempie di piccoli fiorellini bianchi! Non esageriamo però con l’estensione, mi raccomando!
Idee per progettare un dry garden a regola d’arte – foto dell’autrice
Il passo successivo per la creazione di un dry garden è la scelta della vegetazione che dovrà privilegiare alberi, arbusti ed erbacee con poche esigenze idriche. Da questo punto di vista cactus, agavi e aloe offrono senz’altro le migliori performance, ma non sono certo le sole piante da considerare se vogliamo ottenere un dry garden rigoglioso e colorato: possiamo infatti attingere dal ricchissimo “catalogo” che ci offre la flora mediterranea e pensare ad arbusti come l’alloro che può assumere un portamento arboreo e diventare alto anche 10 metri, il robusto oleandro (che è tossico se ingerito, quindi non adatto se abbiamo animali) o il corbezzolo i cui frutti sono utilizzati per fare buonissime marmellate. Per riempire le aiuole ci sono poi le graminacee ornamentali cui possiamo accostare qualche erbacea perenne come la perovskia dalla meravigliosa fioritura blu o l’esuberante e resistentissima gaura lindheimeri. In terrazza puntiamo invece sulle aromatiche, tipiche dei giardini mediterranei, e sulle fioriture delle diverse specie di lantana e gazania che crescono benissimo anche in vaso.
Scegliere la vegetazione giusta per realizzare un dry garden anche in terrazzo – foto dell’autrice
Come abbiamo detto, la filosofia dry non esclude l’uso dell’acqua, ma spinge ad adottare una serie di accorgimenti che permettono di limitarne al massimo lo spreco. Alla preparazione del terreno e alla scelta di piante bisognose di poca acqua va quindi affiancato un buon impianto di irrigazione che consenta di intervenire efficacemente, ma solo quando necessario: un dry garden ben progettato richiede infatti pochissime bagnature nell’arco di tutto l’anno, cui si aggiungono solo le eventuali irrigazioni di soccorso da effettuare nei mesi più caldi. Ideale sarebbe somministrare grandi quantità di acqua (come se si trattasse di un acquazzone estivo) a intervalli molto distanziati in modo che si bagnino lentamente gli strati più profondi del terreno, ma possiamo anche scegliere un sistema di irrigazione ad ala gocciolante (regolato da un programmatore da rubinetto a batteria) che eroga l’acqua in modo uniforme e costante, permettendo comunque un notevole risparmio idrico.
Irrigare un dry garden senza sprecare acqua – Leroy Merlin
In un dry garden, le operazioni di manutenzione sono veramente ridotte all’osso: la scarsità di acqua porta infatti notevoli vantaggi colturali, tra i quali la minor crescita della piante che quindi richiederanno pochissime potature. Non dovremo neppure fare uso di fertilizzanti e…udite, udite: le erbe infestanti non saranno più un problema, dato che non troveranno sufficiente nutrimento e non avranno quindi le risorse necessarie per colonizzare gli spazi liberi! Tutti questi benefici ci consentiranno quindi di avere un giardino bellissimo, colorato e rigoglioso facendo pochissima fatica. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che, con il nostro dry garden, stiamo cercando di contribuire alla salvaguardia del Pianeta, quindi…controlliamo frequentemente il meteo per evitare di irrigare se è prevista pioggia e assicuriamoci che la pacciamatura di ghiaietto a pezzatura fine stesa nelle aiuole sia sempre in buono stato per evitare che l’acqua contenuta nel terreno evapori rapidamente. Tutto qui…il resto ce lo regalerà Madre Natura!
Come ottenere un dry garden rigoglioso con poca fatica – foto dell’autrice
Vuoi realizzare un dry garden per dare il tuo piccolo e importantissimo contributo alla tutela delle risorse idriche del Pianeta? Scrivi le tue idee qui nei commenti e, se hai bisogno di qualche consiglio personalizzato, sarò ben felice di rispondere a tutte le tue domande.