“La luce trasforma magicamente tutto, generando il momento del oh! Quel preciso momento in cui sei in presenza di qualcosa che ha il potere di portarti in un’altra dimensione”. Queste le parole di Michael Anastassides, in un’intervista in occasione del Fuorisalone a Milano, manifestazione diffusa che ha accompagnato l’esposizione del Salone del Mobile e di Euroluce in Fiera a Rho. Finita questa fervente Design Week, vorrei fare un bilancio su un tema in particolare. Quest’anno la luce è stata protagonista nelle sue molteplici e innovative capacità espressive. Vi racconto allora alcuni luoghi che hanno illuminato la città in questa settimana densissima di appuntamenti.
Installazione a Porta Nuova Floating Reflection di Ingo Maurer
Non c’è stato niente di più affascinante, in questi giorni a Milano, che girare per le vie dei distretti del design e lasciarsi trasportare dalle varie mostre e installazioni. Anche, e forse soprattutto, per il design dell’illuminazione la città offre infinite possibilità espressive. Se infatti all’interno della manifestazione fieristica è possibile trovare riunite tutte le novità delle aziende della luce, le esposizioni distribuite nelle diverse location della città hanno l’enorme vantaggio di mettere in contatto la luce con lo spazio e il tempo. Cosa vuol dire? Significa poter utilizzare la luce per illuminare gli interni, ma anche gli esterni dell’architettura, dalla dimensione di una stanza a quella della città. E significa rendere la luce protagonista in ogni ora della giornata, nelle sue sfaccettature di forma e colore diurno o di fascio luminoso nell’ombra notturna. Significa servirsi dell’illuminotecnica per raccontare storie o mandare messaggi, o semplicemente per svelare la realtà con un tocco di magia e vedere le cose sotto una ‘luce diversa’. Ecco allora gli eventi che ho scelto per mettere in luce, nel vero senso della parola, tutto questo.
Location Delta Light al via Tortona District
Nel quartiere di Brera, l’azienda Nemo Lightning ha presentato il progetto dell’artista e designer israeliano Ron Gilad. La sua è un’interpretazione del rapporto tra luce e forma, tra gli oggetti e il loro uso, tra il passato e il presente. Lampade storiche di designer come Le Corbusier, Castiglioni o Albini vengono riproposte, pur nella loro immortalità, in nuove vesti. Occupano lo spazio in modi nuovi e differenti, invadendolo tramite il riflesso nell’acqua mossa da un pesce, il colore e il suono. Ma soprattutto, a interagire con lo spazio attraverso la luce è l’uomo, che ora si ripara, colto dal suo fascio, ora la porta e la percorre su binari tridimensionali, ora vi si libra all’interno, chiuso nella sua sfera. Il mondo puro e razionale dell’oggetto luce (enlightenment significa illuminazione, ma anche illuminismo e spiegazione), viene arricchito, nella visione ludica di Ron Gilad, dalle emozioni e percezioni del soggetto uomo.
Enlightenment di Ron Gilad – Alberto Strada
Che i nostri spazi siano sempre più fluidi, nell’utilizzo come nella gestione, questo è innegabile. L’open space è sempre più apprezzato, proprio perché permette un uso della casa flessibile, e quindi ottimale. Mobili che si spostano o che si aprono e poi scompaiono quando non servono più, arredi multifunzione, permeabilità tra interno ed esterno. Ma la luce? Come collabora a tutto questo? Ho trovato esemplificativo il progetto di Anastassiades per Flos. Il designer minimalista svincola la lampada dalla sua posizione per permetterle di seguirci nel nostro uso della casa. My Circuit è un sistema che disegna segni grafici sul soffitto, che altro non sono che percorsi elettrici, come tratti di pista di un trenino. Ma tratti flessibili e liberi, da comporre con il cavo elettrico, a proprio piacimento, secondo le nostre esigenze abitative. Per evidenziare questa dinamicità adattiva, anche la presentazione del progetto al pubblico si sviluppa, nell’arco dei 6 giorni espositivi, con 6 setting e performance diverse per ogni giorno.
Il sistema My Circuit di Michael Anastassiades – Ingri Taro
Nella suggestiva location di Delta Light, all’interno del Tortona District, in un ambiente morbido e tra percorsi ammantati da tendaggi, mi sono imbattuta in High Profile, la nuova collezione presentata dallo studio MVRDV. Di sostenibilità ovviamente si parla ormai da tanto, ma queste lampade realizzate con gli scarti di produzione dell’azienda stessa devo dire che hanno un fascino particolare e aggiungono un accento in più al messaggio di lotta allo spreco. I profili in alluminio, dalle forme e dimensioni diverse, si assemblano per creare una composizione astratta, futuristica, che sembra contenere e proiettare un mondo in evoluzione verso la sostenibilità.
Lampada High Profile, Delta Light e MVRDV
Molto diversi tra loro, ma egualmente emblematici, sono invece altri due progetti che sottolineano come la luce entri a far parte dell’oggetto che usiamo, per renderlo più pratico, più bello, più vivo. Tra le creazioni presentate all’interno del giapponese ADF Design Award 2023, mi ha colpito una semplice lampada da lettura che proietta la sua luce attraverso una raggiera di listelli di legno. Al loro interno i libri si incastrano, mentre piccoli piani d’appoggio accolgono l’immancabile tazza di tè. Lampada, libreria, tavolino, tutto racchiuso in un semplice, elegantissimo oggetto di design. Sempre a listelli, ma di tutt’altro genere, è composto invece il pannello divisorio Panorama di Habits Design Studio, dove una tecnologia a LED a bassa risoluzione trasforma un semplice separé in un dinamico frame polifunzionale, con paesaggi luminosi rilassanti e accattivanti, che si muovono tra reale e virtuale.
La luce si integra con gli oggetti: divisorio luminoso Panorama e ‘lampada da lettura’
Ed eccoci alla luce che esce dall’interior design e abbraccia la città con la sua magia. Meravigliosa e significativa l’installazione Floating reflection di Ingo Maurer a Porta Nuova, dove un tappeto lungo 30 metri dai colori fluorescenti attraversa l’arco e si specchia in vele sospese, fatte di frammenti di materiale riflettente. I colori, così come le immagini delle persone che passano e della vita che vi scorre sotto, si scompongono in lucenti tasselli cangianti, che assumono e riflettono paesaggi e colori diversi in ogni momento della giornata, fino alla magia della notte. Come la luce che racchiude in sé tutti i colori, così noi siamo tutti diversi, ma insieme in un unico percorso di cambiamento. Diverso messaggio, quello che al quartiere Isola ha illuminato l’intero palazzo Unipol, dove l’installazione di Maria Cristina Finucci, H2O Help, si è fatto portavoce di un’emergenza acqua che sempre più affligge il nostro pianeta. Anche in questo modo la luce ci parla.
Installazione luminosa Urban Up con la scritta H2O Help – Gazzetta di Milano
Concluso il Fuorisalone, mi rendo conto una volta di più di quanto la luce sia il tema che permea tutti gli altri, perché è la luce che influenza, anzi, determina la nostra percezione della realtà. E così è nelle nostre case. Cosa ne pensi? Vuoi raccontarci la tua esperienza al Fuorisalone e dirci quali riflessioni e immagini ti sei portato a casa?