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Claudia M
Redattrice
29/12/22-17:12 (modificato il 22/01/24-09:03)

Se c’è una struttura tipica dell’architettura del Belpaese è proprio il portico. Nato come passerella sorretta da colonne nell’Antica Grecia veniva ampiamente impiegato dai Romani.
Complice il notevole impatto sia dal punto di vista estetico che dell’effettiva utilità si trova spesso inserito all’interno delle abitazioni moderne, dove viene generalmente dotato di tende: essenziali per garantire la giusta illuminazione e protezione dagli agenti atmosferici, oltre che una maggiore privacy.
Scegliere le tende da sole per esterni per il portico è qualcosa che si rivela essenziale per rendere più piacevole da vivere questa parte della casa considerata di passaggio ma sempre più progettata all’insegna del relax e del comfort più assoluti. Approfondiamo insieme le soluzioni possibili.
Le tende per il portico - Leroy Merlin

Perché inserire delle tende da sole

Ci siamo già soffermati in questa video guida sull’importanza di utilizzare come elementi di arredo delle tende per gli ambienti esterni. Le motivazioni sono di carattere estetico ma non solo: le schermature solari permettono infatti di rendere più comodi gli ambienti nella quotidianità, con un impatto positivo persino a livello energetico.
Il motivo è da ricercare nel fatto che viene limitata l’adozione di dispositivi per il raffrescamento d’estate, il cui impiego appare alquanto dispendioso, anche per l’ambiente.
Nel caso del portico, predisporre delle tende permette di vivere pienamente lo spazio che si trova al suo interno, arredandolo in maniera gradevole e consentendo così di sfruttarlo durante l’intero arco della giornata.
Le tende da sole sono un elemento di arredo che risulta sinonimo di eleganza, riservatezza, design e portano in ogni ambiente un’atmosfera unica.
Il vantaggio principale delle tende per portico fai da te risiede nella massima personalizzazione che questo tipo di soluzione permette di ottenere, ravvivando l’ambiente esterno e proteggendolo dal sole.
L’importanza delle tende da sole – Leroy Merlin

Quali tende per il portico? Le tipologie

La scelta delle tende per il portico dipende principalmente dalle caratteristiche specifiche dello spazio: dalle dimensioni, dallo stile con cui si trova realizzato, dai contorni che a sua volta definisce.
Le schermature solari si trovano oggi declinate secondo molteplici tipologie, tutte di design. Soluzioni che sono sia manuali sia motorizzate, quest’ultime particolarmente pratiche dal punto di vista della fruizione della quotidianità.
Le tende per portico in legno sono ancora molto apprezzate, nella loro classicità e linearità. Il legno non risulta l’unico materiale adoperato, come dimostra l’utilizzo sempre più frequente dell’alluminio tra le proposte dell’edilizia.
Le tipologie più ricercate e quelle che noi ti consigliamo sono le tende a caduta e le tende a bracci. Vediamole nel dettaglio.
Tende per il portico o balcone - Leroy Merlin

Tende per portico: i modelli a caduta

Le tende a caduta sono tra le più impiegate quando si tratta della progettazione di ambienti quali portici, terrazze e balcone, specialmente se particolarmente esposti al vento. La struttura robusta e resistente, ne garantisce la durata nel tempo, a cui va aggiunto un design piacevole come pochi.
Si chiamano a caduta perché scendono generalmente in maniera perpendicolare rispetto all’edificio. Offrono una protezione frontale dal sole e assicurano una maggiore privacy, in quanto permettono di proteggere anche le parti laterali della struttura. La Tenda da sole Naterial Balcony, dotata anche di piccoli bracci, è perfetta anche per ombreggiare un balcone e offrire privacy.
Il montaggio è semplice, perfetto per il fai da te: è necessario effettuare l’ancoraggio nella parte superiore della struttura del portico. Sono presenti in una versione con cassonetto a protezione del tessuto, particolarmente amata per l’appeal estetico che riesce a donare all’esterno della casa.
Idea tenda a caduta – Leroy Merlin

Tende per portico: i modelli a bracci

Non meno apprezzate tra le soluzioni di tende per il portico i modelli a bracci, come la Tenda da sole a bracci Naterial Zefir, considerati una valida alternativa, elegante e funzionale, per garantire l’ombreggiatura all’interno degli spazi outdoor.
Come le tende a caduta, le tipologie a bracci sono semplici dal punto di vista dell’installazione, in quanto si prestano a essere agganciate sia a parete che soffitto. Il tratto caratteristico è dato dalla presenza dei bracci estensibili, i quali consentono di mantenere la tenda in qualsiasi posizione, facendo sì che il telo risulti sempre in tensione.
Le tende per portico a bracci sono l’ideale per chi desidera modulare di volta in volta il livello di fresco e di luce. Sono disponibili secondo molteplici dimensioni e riescono ad armonizzarsi con qualsiasi stile architettonico, in soluzioni cassonate e semi-cassonate.
Ispirazione tenda a bracci - Leroy Merlin

I vantaggi delle tende per portico

Le tende per il portico, come la tenda a bracci estensibili T137, rappresentano la soluzione ideale per valorizzare questo ambiente sì di passaggio ma decisamente molto vissuto e che si presta in questo modo a essere arredato con maggiore cura.
I vantaggi che le tende per portico consentono di ottenere sono principalmente i seguenti:
-maggiore vivibilità e confort dello spazio esterno;
-personalizzazione unica e in linea con lo stile della casa;
-ombreggiatura completa ed efficiente;
-la struttura originaria viene comunque rispettata e preservata;
-valorizzazione dell’ambiente circostante, sia esterno che interno;
-maggiore privacy;
-soluzione eco-friendly.
Che la vostra preferenza sia per i modelli a bracci o per quelli a caduta, motorizzate o manuali, le tende per portico saranno in grado di assicurare all’interno dello spazio una maggiore vivibilità, non solo durante le belle giornate della primavera-estate, ma persino in autunno e in inverno, dando il giusto valore a un ambiente della casa ricco di potenzialità.
Tutti i benefici delle tende per portico - Leroy Merlin

Ti sono state utili queste idee per valorizzare un ambiente come il portico? Leggi anche tanti buoni motivi per installare delle tende da sole e prendi spunto! Condividile con gli amici e se hai qualche altra curiosità scrivimi: ti risponderò appena possibile!

Claudia M
Redattrice
29/12/22-16:47

In cerca di idee per neogenitori amanti del fai da te? Ecco qualche piccolo suggerimento dalla Community Leroy Merlin: lasciati ispirare e vieni a trovarci!

Capire cosa regalare a un neo-genitore non è mai facile. Questo perché scegliere un dono simile a qualcosa che ha già ricevuto o un oggetto che non piace è una possibilità che si trova dietro l’angolo.
A essere apprezzati sono soprattutto quegli articoli che si rivelano utili, in grado di portare un valore aggiunto nella vita della neo mamma e del neo papà. Soluzioni a cui magari non si era pensato e che per questo non possono che risultare gradite.
Oggi ti proponiamo delle idee regalo per neogenitori che hanno al centro più che per il bambino appena arrivato proprio chi si troverà a guidarlo durante l’intero arco della vita, tutte all’insegna del fai da te e altamente personalizzabili.
L’esperienza di diventare genitori è sicuramente la più importante per la persona. Festeggiarla con un dono vuol dire partecipare a un momento di gioia speciale, un piacere che con la giusta idea regalo trova ulteriori spazi di condivisione.


Idee regalo per neo genitori - Leroy Merlin

Idee regalo per neo genitori: 3 soluzioni per il bagno

Il bagno è una delle stanze più vissute della casa, quando si ha un neonato. Si tratta del luogo dove vengono compiute le operazioni legate all’igiene quotidiana, a cominciare dal bagnetto: un momento in grado di rafforzare il legame empatico tra bambino e genitore come pochi.
Se non sapete cosa regalare ai neo genitori, pensando a delle idee di arredo per questo ambiente così cruciale non sbaglierete!

Cesta per il bagno

Le ceste in bagno non bastano mai. Sono contenitori che si possono predisporre in molteplici modi diversi, all’interno dei mobili, degli scaffali e dei ripiani. Si trovano di diverse dimensioni e materiali (tessuto, vimini, legno, plastica), risultando tanto utili quanto versatili. Sono inoltre molto gradevoli da vedere e funzionali: il neo-genitore non potrà che gradire un dono così semplice e pratico.

Organizer

Se c’è un accessorio sottovalutato per il bagno è proprio l’organizer. Come suggerisce il nome, permette di organizzare al meglio diversi oggetti: spazzolino, dentifricio, piccoli asciugamani e molti altri ancora.
In questo modo il neo genitore si troverà a poter avere tutto a portata di mano e in ordine. Un aspetto essenziale quando arriva un bambino e riuscire ad avere ogni cosa al posto giusto consente di vivere meglio la quotidianità.

Portabiancheria

Il portabiancheria è un oggetto molto utile e anche se la persona ne ha già uno in casa, un altro in più non guasta assolutamente. Si trova declinato secondo tante tipologie differenti: vi consigliamo soprattutto le ceste colorate non troppo grandi, funzionali a trasportare i capi di abbigliamento e della biancheria facilmente.
Il design semplice e allo stesso tempo accattivante porterà una nota allegra in casa. Un regalo originale e pratico come pochi.


Il portabiancheria per il bagno - Leroy Merlin

Cosa regalare ai neo genitori: 3 idee per la cameretta

Ti proponiamo 3 idee regalo per neogenitori adatte per l’arredamento della cameretta del bambino. Soluzioni originali e belle, perfette per rendere la stanza del nuovo arrivato ancora più piacevole

Carta da parati per neonati

Un regalo colorato e inaspettato. Il neo genitore potrà divertirsi a rendere la stanza del bambino più allegra, con una carta da parati pensata per dare quella nota in più alla stanza, che diventa così ancora più bella.
La nostra carta da parati è semplice da montare e in queste stampe pensate apposta per la camera dei bambini trova un mood nuovo, mai così fresco!

Sdraio e lettini bassi

La sdraio è un oggetto che invita a rilassarsi e che torna molto utile a chi ha un bimbo piccolo in casa. Rappresenta un regalo che magari non verrà utilizzato nell’immediato, quando il neo genitore viene invece sommerso di doni, ma che potrà essere tirato fuori al momento opportuno. Un oggetto simpatico e allo stesso tempo funzionale.

Tappeto per la cameretta

Se c’è un oggetto che riesce ad arredare la cameretta del bambino rendendola più bella è un tappeto. Risulta disponibile in molteplici formati, tutti di design, sicuri dal punto di vista dell’uso e di alto impatto estetico.


Il tappeto per la cameretta - Leroy Merlin

Regalo per neo genitori: 4 idee d’atmosfera

Se sei alla ricerca di un dono capace di regalare quell’atmosfera in più all’interno della casa, allora continua a leggere: ti proponiamo 4 soluzioni che sapranno rendere più gradevole la quotidianità, pratiche come non mai.

Abat jour e paralumi

L’oggetto che più di ogni altro riesce a donare atmosfera all’interno della casa? L’abat jour oppure il paralume, capace di portare quella luce in più negli ambienti rendendoli gradevoli come non mai.
Si trova declinato secondo diversi stili diversi, tutti interessanti e progettati all’insegna del design. Un regalo che permette al neo genitore di avere una piacevole illuminazione in casa, senza vincolarlo a una stanza in particolare.

Cornici e portafoto

L’arrivo di un bambino porta con sé la voglia di ricordare un momento così speciale: le foto, specialmente oggi con le telecamere sempre pronte all’uso dei cellulari, non mancano.
Per questo regalare una cornice o un portafoto è sempre una buona idea. Il neo genitore potrà utilizzarle per arredare i mobili o le pareti di casa creando un’atmosfera che sa ancora più di famiglia.

Specchi

Gli specchi sono un oggetto che permette di arredare la casa ogni volta in maniera diversa. Sono disponibili in tanti modelli differenti, compresi quelli da appendere alle pareti: meno accessibili ai bambini quando crescono e molto utili.
Se stai cercando un regalo per neo genitori diverso dal solito, con uno specchio non potrai che fare centro!

Piante

Il più classico dei regali e allo stesso tempo quello meno scontato. La pianta è il simbolo stesso della vita, dell’amore, della gioia. La puoi regalare sia per l’interno sia per l’esterno e non sbaglierai mai: per i neo genitori si tratterà di quell’elemento vitale in più associato proprio all’arrivo del bambino.

Ti sono state d'ispirazione queste idee regalo per neo genitori? Sul sito e nei nostri negozi potrai trovarne molte altre ancora! Se le soluzioni che ti ho proposto non ti basta, scrivimi pure! Sarò pronta a darti ulteriori spunti su cosa regalare ai neogenitori!

Claudia M
Redattrice
29/12/22-16:32 (modificato il 21/12/23-12:02)

Temperature proibitive, freddo, gelo, neve… gennaio non è certamente il mese ideale per dedicarsi alla coltivazione né il momento giusto per fermarsi e attendere tempi migliori. Uno dei tuoi buoni propositi per l’anno nuovo è la cura dell’orto? I trapianti da fare non sono molti e la coltura protetta è da prediligere, specie se vivi in una zona fredda. Gennaio, però, è il periodo giusto per dedicarti a tutto ciò che altrimenti trascureresti se l’orto fosse in piena attività. Capire cosa piantare a gennaio è piuttosto difficile perché molto dipende dalle caratteristiche della zona in cui vivi. Se l'inverno è rigido, il terreno dell’orto sarà quasi sicuramente ghiacciato; quindi, il consiglio è di rimandare il trapianto ai mesi più caldi. Invece, se vivi in una zona in cui il clima è più mite, tra le colture che puoi mettere a dimora in pieno campo ci sono le cosiddette “bulbose”, ovvero tutte quelle verdure che crescono sotto terra e che per questo non temono le gelate superficiali del terreno:

• Carote
• Aglio
• Cipolle
• Scalogno
• Porri
• Asparagi
• Cavolfiori
• Sedano
• Crescione
• Spinaci
• Erba cipollina
• Fave

Ci sono poi altre verdure meno utilizzate, ma comunque ideali da piantare in questo periodo dell’anno:

• Timo
• Prezzemolo
• Radicchio
• Ravanelli
• Valeriana.

A questo punto non avrai più dubbi su cosa seminare a gennaio. Ci sono anche altre piante che puoi coltivare, tra queste ci sono il basilico, la lattuga, le melanzane, i meloni, i peperoni, i pomodori, i piselli e il finocchio. Fai attenzione a tenerli sotto terra, in ambiente protetto, dopo la semina.
Qualunque ortaggio o verdura tu scelga di coltivare nell’orto, ricordati di proteggerli sempre, ricorrendo all’utilizzo di tunnel o teli di copertura in TNT.
Scopriamo insieme quali sono i lavori da fare in questo periodo dell’anno:

• La semina in semanzio
• La raccolta
• La preparazione dell’orto per i mesi primaverili

1. La semina in semanzio

A gennaio, soprattutto dove non è possibile eseguire la semina diretta a causa delle temperature eccessivamente rigide, è consigliata la semina in coltura protetta. Una delle tecniche più diffuse e apprezzate è la semina in semenzaio che deve essere realizzata seguendo degli step precisi:

• Sistema i semi in un terriccio soffice, sterile e sciolto.
• Una volta che le piante avranno sviluppato circa 4-6 foglie, in base alla varietà, trasferiscile nell’orto.
• Ricorda di sistemare il semenzaio in un luogo riscaldato per favorire la germinazione e accelerare le tempistiche naturali.

La protezione delle colture in pieno campo con i teli di copertura in TNT rimane una valida alternativa se non hai tanto tempo da dedicare alla semina in semenzaio.

Come preparare il terreno alla semina di gennaio

Preparare il terreno ad accogliere semine e trapianti è indispensabile. A gennaio, è molto probabile che il terreno sia umido o bagnato: lavorarlo quando è in queste condizioni è altamente sconsigliato. Attendi che si asciughi bene prima di metterti all’opera e, se noti che è piuttosto pesante, esegui interventi a bassa intensità per evitare che si sfaldi in grosse zolle di terra.
L’operazione senza dubbio più importante da compiere è la somministrazione del concime. Se non vuoi ricorrere all'utilizzo di concimi artificiali, puoi rendere il terreno più fertile adottando una tecnica tipica della tradizione contadina: prima del trapianto o della semina di ortaggi e verdure, effettua un’aratura di circa 30-40 centimetri e interra un fertilizzante organico (un bel letame maturo è l’ideale). Anche del compost va bene, a patto che sia perfettamente decomposto e che sia a tutti gli effetti terriccio fertile. Ricordati che bandire l’uso di fertilizzanti chimici è un ottimo modo per ridurre gli sprechi e gustare frutta e verdura più sana.

2. La raccolta

Gennaio è il mese perfetto per raccogliere tantissimi frutti. Tra la fine di dicembre e l’inizio dell’anno nuovo, infatti, l’agrumeto vede la maturazione di:

• Arance
• Pompelmi
• Cedri
• Limoni
• Mandarini
• Clementine

Per quanto riguarda la raccolta nell’orto, invece, gennaio è il mese di:

• Cavoli
• Verze
• Spinaci
• Ravanelli
• Sedano
• Radicchio
• Bietole
• Finocchi

Altre verdure da raccogliere a gennaio sono queste:

• Carciofi
• Cardi
• Tuberi (come il topinambur e la pastinaca).

Questo periodo dell’anno, inoltre, è il momento perfetto per la raccolta delle insalate invernali che vengono coltivate nei tunnel, come le cicorie, le carote e la lattuga da taglio. Non dimenticarti delle erbe aromatiche: rosmarino, timo, origano, alloro e salvia si raccolgono proprio a gennaio e sono perfette per insaporire le tue pietanze.

Altri lavori da fare nell’orto a gennaio

Se nella zona in cui vivi le temperature sono davvero proibitive e ti costringono ad un riposo forzato nel mese di gennaio, cogli l’occasione per preparare l’orto all’arrivo della stagione primaverile. I lavori che puoi eseguire sono davvero numerosi. Provvedi alla manutenzione del terreno e degli attrezzi e approfittane per organizzare la disposizione degli spazi. A questo riguardo, infatti, gennaio è il momento perfetto per progettare l’orto e dividere le aiuole: questa scelta ti permetterà di programmare per tempo la coltivazione dei mesi successivi.
In questo periodo dell’anno, puoi approfittarne per sistemare gli attrezzi ed effettuare la manutenzione di quelli manuali. Anche quelli a motore, come le motozappe, necessitano di cura e attenzione: pulisci i filtri e le candela (sostituendoli in caso di bisogno) e controlla i livelli dell’olio. È importante che siano nelle condizioni di garantire prestazioni massime.
Un’altra attività utile da eseguire a gennaio è la sistemazione dei vialetti dell’orto e dei canali di scolo: per farlo, però, accertati che il terreno non sia ghiacciato. Se nel tuo spazio all’aperto è presente un sistema di recupero dell'acqua piovana, dedicati alla manutenzione dell’impianto.

Se queste idee su cosa seminare a gennaio ti hanno aiutato per la realizzazione del tuo orto sarà interessante per te leggere anche questi consigli per Preparare l'orto in 6 passaggi e su come dividere l’orto in parcelle.
Per qualsiasi dubbio o consiglio puoi lasciare un commento nella nostra Community!

Claudia M
Redattrice
29/12/22-16:24

Le mele sono uno dei frutti più consumati al mondo. Amate da tutti e rinomate per le loro proprietà benefiche, si conservano molto più a lungo rispetto ad altri frutti. Se hai scelto di coltivare un melo in giardino, prendertene cura nel modo corretto è necessario per ottenere un raccolto soddisfacente sia in termini di quantità che di qualità. L’operazione senza dubbio più importante da compiere è la potatura perché permette di regolarizzare la produttività dell’albero. Scopriamo come eseguire la potatura del melo senza commettere errori e quali attrezzi utilizzare per ottenere un risultato ottimale.


Potatura del melo: perché è importante? - Corporate

Perché la potatura del melo è importante

La potatura del melo è indispensabile per stimolare e regolarizzare la produzione della pianta, nonché per migliorare la qualità dei frutti. A seconda di come viene eseguita, questa operazione colturale può incidere positivamente o negativamente sulla produzione. Il melo, infatti, è rinomato per produrre in abbondanza solo ad anni alterni. Se esegui la potatura nel modo corretto, hai la possibilità di mitigare questa tendenza naturale dell’albero, equilibrando le fruttificazioni e rendendole più costanti.

Potatura del melo: il periodo migliore

Il periodo migliore per la potatura del melo è la fase di riposo vegetativo, che ha luogo durante la stagione invernale. Il consiglio è eseguirla da fine novembre a fine febbraio, prima che la pianta inizi a germogliare. Il melo, infatti, resiste bene al freddo, anche dopo la potatura. Inoltre, in questo periodo dell’anno, è più facile valutare il carico di gemme perché l’albero è spoglio. Se vivi in una zona dal clima piuttosto rigido, però, ti consiglio di attendere che le temperature si alzino leggermente prima di potare l’albero per non danneggiarlo.
Lapotatura verde, ovvero quella estiva, è consigliata per le piante molto fitte perché favorisce l’illuminazione della chioma. Un altro intervento molto importante da eseguire durante la stagione estiva è il diradamento dei frutticini, che riduce la tendenza del melo di produrre abbondantemente ad anni alterni e che migliora notevolmente la qualità dei frutti.


Quando fare la potatura del melo? Corporate

Come potare il melo, la guida

La potatura del melo può essere di due tipologie: potatura di allevamento e potatura di produzione. Nonostante, in linea di massima, la procedura da seguire sia valida per ogni tipo di pianta, tieni a mente che la famiglia del melo comprende oltre trenta varietà di alberi. Alcuni di questi sono di piccola taglia, altri sono di grandi dimensioni e altri ancora a foglia caduca. Prima di cimentarti nella potatura, dunque, è indispensabile che tu conosca a fondo le caratteristiche della varietà che scegli di coltivare, così da verificare che la modalità di potatura sia adatta al tuo melo.


Come potare il melo? - Corporate

Potatura di allevamento

Quando si parla di potatura di allevamento, si fa riferimento ad un’operazione attraverso la quale puoi conferire al melo la forma che desideri. L’importante è che ne favorisca la crescita e che venga eseguita nei primi tre anni di vita della pianta. Se sei alle prime armi, la tecnica più semplice da adottare consiste nell’operare tagli netti in corrispondenza delle biforcazioni dei rami. In questo modo, la linfa che scorre all’interno della pianta non subisce interruzioni.
Assicurati di eseguire tagli puliti e di non lasciare residui. I rami da eliminare sono quelli che crescono orizzontalmente e che fuoriescono dalla chioma dell’albero, oltre che quelli improduttivi, che sottraggono importanti energie al melo inutilmente. Non dimenticarti dei rami secchi e danneggiati. Per quanto riguarda lo schema di potatura del melo, le forme che puoi conferire alla tua pianta sono numerose. Puoi effettuare la potatura in modo tale da donare all’albero una forma in cui il fusto è molto basso e le branche sono circa tre o quattro. Questo sistema è l’ideale per gli alberi di mele piantati in piccoli giardini o frutteti.
Un’altra forma di allevamento è quella a fusetto, consigliata per gli impianti molto fitti. In questo caso, bisogna eliminare i rami bassi e scegliere quelli che formeranno le prime branche, che verranno successivamente inclinate verso il basso. Uno schema di potatura del melo più libero è il taille longue. Questa tecnica di potatura asseconda la crescita naturale del melo: sarà il peso dei frutti a piegare le branche e a favorire lo sviluppo delle gemme. L’importante è eliminare i rami più bassi, quelli troppo deboli e quelli più interni alla chioma.

Potatura di produzione

Prima di eseguire la potatura di produzione del melo, è importante capire quali sono le gemme produttive dell’albero. Queste ultime, infatti, devono essere lasciate sui rami. Le riconosci perché, a differenza delle altre, producono germogli e fiori. Solitamente, inoltre, sono più grosse e tonde. Crescono sui rami che hanno almeno due anni di età e si sviluppano lì dove, in precedenza, erano presenti dei frutti.
Durante la potatura di produzione, elimina tutti i rami più grossi perché rischiano di alterare la struttura del melo. Per quanto riguarda i rami produttivi, favorisci quelli ricchi di gemme a fiore e che si sviluppano orizzontalmente. Elimina i rami che crescono in verticale e che sono poveri di gemme. Si riconoscono facilmente perché sono molto duri e nodosi.
Come avrai intuito, questo tipo di potatura è piuttosto intensa. Molto, però, dipende dal vigore dell’albero: se il tuo melo è in buono stato, ha rami forti e gode di buona salute, non necessita di essere potato molto; se, invece, il tuo albero ha rami deboli e malmessi, effettua una potatura più intensa, così da stimolare la pianta. In ogni caso, effettua tagli sempre inclinati nella direzione delle gemme, lasciando una buona porzione di legno, così che l’acqua possa scorrere tranquillamente senza causare ristagni idrici.

Attrezzi per la potatura del melo

La qualità della potatura del melo dipende anche e soprattutto dagli attrezzi che scegli di utilizzare. Forbici, seghetti e cesoie devono essere ben mantenuti e devono essere scelti in base alla grandezza dei rami da tagliare. Le cesoie, ad esempio, sono perfette per tagliare piccoli rami. Per quelli più grandi, invece, si consiglia di utilizzare un seghetto. Non dimenticare di disinfettare tutti gli attrezzi prima e dopo l’utilizzo, soprattutto dopo la potatura di alberi malati. Nella guida “I 10 migliori strumenti per potare: motoseghe, potatori e forbici da potatura” trovi informazioni utili per la scelta degli attrezzi da utilizzare in fase di potatura.


I migliori attrezzi per la potatura del melo - Corporate

Adottando gli accorgimenti giusti e utilizzando gli strumenti più adatti, eseguire la potatura del melo si rivela più facile del previsto. Procurati tutto l’occorrente necessario e mettiti all’opera per far crescere rigoglioso il tuo albero di mele. La fatica verrà ripagata da bellissimi frutti! Vuoi saperne di più sulla potatura degli arbusti? Dai un’occhiata al tutorial Potare gli arbusti! Se qualche passaggio non ti è chiaro e hai bisogno di aiuto, lascia un commento: ti risponderò in tempi brevi.

Claudia M
Redattrice
29/12/22-16:15

Dolci, saporite e ricche di proprietà nutritive, le albicocche sono tra i frutti più amati dell’estate. L’albero che le produce non necessita di cure particolari e si presta alla coltivazione sia in piena terra che in vaso. Il tuo giardino ospita un meraviglioso albicocco oppure stai pensando di piantarne uno? Per favorirne la crescita e preservarne la longevità, la potatura è senza dubbio l’operazione più importante da compiere. Scopriamo insieme come eseguire la potatura dell’albicocco nel modo corretto per far crescere l’albero rigoglioso.


La guida semplice per potare l’albicocco - Corporate

Perché la potatura dell’albicocco è importante

L’albicocco è un albero da frutto originario dell’Asia, coltivato in molte zone del Mediterraneo. È apprezzato perché non richiede cure particolari e produce bellissimi frutti anche nel nostro territorio, dove il clima è prevalentemente temperato. Se scegli di coltivarne uno, l’operazione colturale alla quale prestare maggiore attenzione è la potatura, indispensabile per far crescere l’albero in salute. Avendo uno sviluppo rapido e copioso, l’albicocco ha bisogno di essere sottoposto a potature regolari.
La potatura richiede impegno e pazienza: l’improvvisazione è vietata se non vuoi danneggiare irrimediabilmente il tuo albero. L’obiettivo è quello di controllare la produzione dei frutti e contenere lo sviluppo dei rami. Eseguire la potatura nel modo corretto è importante per conferire alla pianta la forma desiderata e permetterle di ricevere più luce. Questa operazione, inoltre, riduce il rischio di malattie e rende la coltivazione dell’albero molto più semplice.
L’albicocco ne guadagna in resistenza, robustezza e, soprattutto, in salute: la produzione sarà costante e regalerà tantissimi frutti. La potatura, infatti, incide più sulla quantità del raccolto che sulla qualità perché si basa sulla selezione e la conservazione dei rami fecondi. Per non sbagliare in fase di potatura, è importante conoscere le caratteristiche e le esigenze della varietà di albicocco che si sceglie di coltivare.


I vantaggi della potatura per l’albicocco - Corporate

Potatura dell’albicocco: il periodo migliore

La potatura dell’albicocco deve essere eseguita in diversi periodi dell’anno ed è fondamentale nei primi quattro anni di vita della pianta. È possibile distinguere tra potatura secca (o invernale) e potatura verde (o primaverile/estiva): la prima si pratica tra la fine di gennaio e la ripresa vegetativa della pianta; la seconda, invece, nei mesi caldi, tra aprile e maggio (subito dopo la raccolta) e tra settembre e ottobre (al termine della stagione vegetativa, fino alla caduta delle foglie).
La potatura secca richiede un intervento limitato: il consiglio è evitare grossi tagli, anche perché, in inverno, il legno dell’albicocco diventa più sofferente. La potatura verde è quella che richiede tagli più consistenti perché serve per aumentare il numero di rami e favorire la differenziazione delle gemme. Se ti stai cimentando nella coltivazione dell’albicocco per la prima volta, tieni a mente che il primo taglio è il più importante perché conferisce alla chioma la sua forma definitiva. I tagli successivi, infatti, avranno come obiettivo quello di eliminare i rami in eccesso e contenere lo sviluppo vegetativo dell’albero.

Come potare l’albicocco

Per capire come potare l’albicocco nel modo corretto è necessario innanzitutto distinguere tra potatura di allevamento e potatura di produzione. La potatura di allevamento serve per conferire alla chioma una forma specifica e ha uno scopo più estetico e ornamentale che produttivo. La potatura di produzione, invece, serve per aumentare la capacità della pianta di produrre i frutti. In entrambi i casi, è fondamentale non eseguire mai tagli troppo drastici. Tiene a mente che, infatti, la corteccia dell’albicocco ha tempi di cicatrizzazione molto lunghi.


Come potare l’albicocco - Corporate

Potatura di allevamento

Quando si esegue la potatura di allevamento, bisogna abbandonare l’idea di conferire alla chioma una forma perfetta. L’albicocco, infatti, è una pianta che non si adatta facilmente alle forme obbligate perché è molto vigorosa. Il consiglio, piuttosto, è sfruttare al massimo ciò che l’albero ha da offrire. Se la potatura tradizionale si basa sulla permanenza di tre o quattro rami, è molto diffusa e apprezzata la tendenza di creare forme più libere ed espanse. Questa scelta permette alla pianta di entrare con anticipo nella fase di piena produttività e facilita le operazioni di raccolta e coltivazione.
Durante la potatura di allevamento, si consiglia di accorciare i germogli a circa 50 cm di lunghezza. In questo modo, si contengono le dimensioni dell’albicocco. La cimatura dei germogli più vigorosi deve essere eseguita spesso nei primi anni di vita della pianta, oltre che ad ogni inizio del ciclo vegetativo: l’obiettivo è favorire l’emissione di rami fruttiferi. Verso la fine della stagione estiva, gli interventi di potatura devono essere mirati all’eliminazione dei rami concorrenti della cima.

Potatura di produzione

Dal quarto anno di vita in poi, il tuo albicocco sarà completamente formato e perfettamente rivestito. È a questo punto che potrai dare il via alla potatura di produzione. Tieni a mente che, negli alberi più giovani, la produzione avviene ad opera dei rami misti e dei rami anticipati, mentre, in quelli più anziani, la fruttificazione aumenta sui brindilli e sui dardi fioriferi. Evita, in ogni caso, tagli drastici perché favorirebbero l’emissione di nuovi germogli che potrebbero diventare competitivi nei confronti dei frutti.
Elimina i rami secchi e improduttivi e anche i rami in eccesso che non lasciano penetrare la luce, indispensabile per lo sviluppo dei rami produttivi. In base alla varietà dell’albicocco, puoi eseguire la potatura attraverso la tecnica del rinnovo. Quest’ultima consiste nell’accorciamento dei rami misti che crescono vigorosi ma che non producono. In questo modo, stimoli crescita delle gemme.

Tutto l’occorrente per una potatura perfetta

Prima di procedere alla potatura dell’albicocco, accertati di avere a disposizione tutti gli attrezzi per eseguire un lavoro a regola d’arte. Forbici professionali, seghe e cesoie non possono mancare. Quando l’albicocco raggiunge un’altezza considerevole, anche una scala diventa indispensabile. La guida “I 10 migliori strumenti per potare: motoseghe, potatori e forbici da potatura” può esserti utile per scegliere gli attrezzi giusti ed eseguire questa delicata operazione senza commettere errori.
Prima di ogni utilizzo, verifica che tutti gli attrezzi siano privi di ruggine, puliti e ben affilati per evitare che il legno di sfilacci durante i tagli. Questi ultimi, infatti, favorirebbero l’ingresso di parassiti e afidi e farebbero ammalare la pianta. Dopo ogni utilizzo, ricordati di immergere le lame degli attrezzi in acqua e candeggina per disinfettarle ed evitare la diffusione di eventuali malattie.


I migliori strumenti per potare l’albicocco - Corporate

La potatura dell’albicocco, come avrai notato, non è un’operazione poi così difficile da eseguire. L’importante è tenere a mente i suggerimenti che ti ho fornito e conoscere a fondo le caratteristiche della varietà che scegli di coltivare. Qualche aspetto non ti è chiaro o hai domande da fare? Lascia un commento: sono qui per aiutarti.

elisabetta.garoni
Architetto
28/12/22-14:51

Tra le porte più amate da architetti ed interior designer ci sono i modelli a filo muro la cui caratteristica più evidente è l’assenza di coprifili, di cornici e di stipiti che rendono la porta a filo muro (detta anche raso muro) completamente integrata alla parete. Sono perfette per gli interni moderni e contemporanei ma rappresentano una soluzione molto interessante anche case più classiche, dove spesso è la soluzione ottimale per collegare con discrezione gli ambienti di servizio. Disponibili sia a battente che scorrevoli, oltre che nelle versioni laccate o con effetti materici, possono essere interpretate con ironia con la carta da parati. Spazio alla creatività: i tantissimi decori, grafiche e texture delle carte da parati ti offrono infinite possibilità decorative. Qual è la tua? Ecco alcune idee da copiare.

La porta a filo muro non ha coprifili e si mimetizza con la parete - Leroy Merlin

Dov’è la porta?

Ecco la porta più semplice e lineare che ci sia interpretata in versione effetto cemento. Le porte non sono semplicemente elementi d’arredo con la loro indispensabile funzione ma vere e proprie occasioni per dare carattere alle nostre case. Che ne dici di mimetizzare la porta a filo muro con la carta da parati effetto cemento? Oltre alle carte con grafiche e disegni puoi orientarti verso inaspettati effetti materici. Perfetto per un arredamento in stile industriale, questo effetto materico si sposa con discrezione ad ogni tipo di arredo. La carta da parati ha un indiscusso potere scenografico ma ha anche il vantaggio di essere durevole e di minima manutenzione. L’applicazione sulla porta necessita di qualche speciale accorgimento: oltre alla accurata pulizia della superficie, devi fare attenzione al perfetto allineamento con in bordi e assicurarti che sia perfettamente incollata al pannello, soprattutto nel perimetro. Il risultato sarà sorprendente.

Ispirazione per parete con porta a filo muro effetto cemento - Leroy Merlin

Come in biblioteca

Puoi ottenere un effetto decisamente diverso se scegli una carta da parati molto decorativa con una stampa che riproduce una libreria. Non è perfetta per te che adori i libri? Il sistema filo muro, proprio perché non prevede controtelai con cornici e stipiti, si integra completamente con la muratura, non interrompe la grafica del disegno e permette di ottenere una superficie continua dove la porta sembra scomparire, esattamente come se fosse una grande libreria a tutta parete. Le carte da parati effetto biblioteca sono proposte in stili diversi, vintage o in versione moderna, più colorata o in bianco e nero. Per leggere in tranquillità non ti serve altro che una comoda poltrona e una lampada da lettura.

Idea per mimetizzare la porta filo muro con la carta da parati - Leroy Merlin

Vintage in bianco e nero

Se vuoi davvero rendere la tua casa unica, dovresti optare per una carta da parati vintage. I motivi floreali in bianco e nero sono sempre attuali e potrai trovare opzioni con disegni realistici e molto chic oppure interpretazioni in chiave più moderna di stampe antiche. Quello che può fare la differenza sta nei dettagli. Hai considerato che il tipo di maniglia che scegli può fare una grande differenza nell'aspetto generale del tuo spazio? Per esempio, con una maniglia dalla finitura dorata darai un tocco più classico e raffinato all’insieme oppure, con un piccolo pomolo dalla linea semplice, accentuerai l’effetto “porta invisibile”. Per dare ancora più continuità alla decorazione, applica sulla porta a battente lo stesso battiscopa presente sulle pareti.

Ispirazione vintage per il rivestimento di parete e porta - Leroy Merlin

Geometrie contemporanee anche sulla porta

Ecco un altro effetto decorativo interessante ottenuto con l’applicazione della carta da parati anche sulla porta raso muro. Lo trovo adatto ad una parete dalle dimensioni contenute a cui abbinare un colore pieno per le altre pareti della stanza. Questo è il modo per dare un senso di profondità ad un corridoio o ad un locale dalle dimensioni contenute oppure per valorizzare il disimpegno e l’ingresso. Le carte da parati più adatte per rivestire le porte sono quelle viniliche o in tessuto non tessuto perché lavabile e più resistenti agli urti di una carta dal supporto leggero. Inoltre le carte high tech sono facili da togliere rispetto alle carte degli anni 70 e se ti stanchi dello sfondo, puoi rimuoverla e sostituirla senza grandi difficoltà.

Disegno geometrico per la parete con porta invisibile - Leroy Merlin

Ti piace l’idea di una porta che si mimetizza con la parete? Hai trovato l’ispirazione giusta per riproporre nella tua casa una porta a filo muro rivestita con carta da parati? Raccontaci le tue idee nei comenti

elisabetta.garoni
Architetto
27/12/22-15:40 (modificato)

Il seminterrato è spesso un locale poco sfruttato e trascurato rispetto agli altri spazi domestici e a volte si tende a considerarlo come una soffitta dove accumulare oggetti che si usano poco o non si ha il coraggio di buttare. Può scoraggiare la scarsa luminosità, l’altezza ridotta del locale o l’areazione difficoltosa, ma è un vero peccato non sfruttare la taverna e trasformarla nel rifugio perfetto per trascorrere serate con gli amici o godersi in tutta tranquillità i pomeriggi di relax davanti al camino. Per chi possiede un seminterrato e ha la fortuna di avere o poter installare un camino è il momento di passare all’azione e arredarlo con una zona di lavoro o in una minipalestra, o nel laboratorio per i tuoi hobby. Stai cercano idee?

Idee per arredare la taverna con camino – Leroy Merlin

Dividi lo spazio per zone funzionali

Se la posizione della canna fumaria lo consente considera l’idea di installare un camino bifacciale al centro della stanza in modo da dividere lo spazio e godere dello spettacolo del fuoco scoppiettante sia dalla zona tv dove goderti un film o la partita con gli amici, sia dalla zona pranzo con un grande tavolo in legno per cene e merende. Se vuoi evitare l’effetto baita e lo stile rustico ti piace a piccole dosi, bilancia materiali e arredi e mixali con equilibrio. Puoi scegliere un pavimento in gres effetto cemento e un rivestimento decorativo in pietra a spacco per il volume con il camino. Non può mancare il legno per arredi e complementi che rendono più accogliente la taverna.

Ispirazione per dividere lo spazio con il camino bifacciale - Leroy Merlin

Sfrutta al massimo la luce

Nelle taverne le finestre si riducono in genere a bocche di lupo o a piccole aperture che non aiutano a rendere luminoso il locale. Per amplificare la luce naturale scegli il monocolore e arreda la tavernetta in stile nordico total white. Lo sappiamo bene: il bianco riflette e potenzia la luce e fa sembrare lo spazio più ampio e arioso. Dimentica il rustico e i toni scuri e abbraccia lo stile nordico per donare a una taverna piccola una personalità per nulla scontata. Anche il caminetto ha bisogno di un restyling? Costruisci con il cartongesso un volume squadrato dove alloggiare l’inserto camino e prevedi anche un vano per la legna che è anche un elemento decorativo. Scegli un pavimento in Spc effetto legno sbiancato e una carta da parati bianca e grigia con motivi geometrici. Arredi chiari, tocchi di legno naturale, un candido tappeto a pelo alto e il gioco è fatto.

Taverna tutta bianca per amplificare la luce - Leroy Merlin

Camino anche senza canna fumaria

Se non hai una canna fumaria nel punto giusto o non hai la possibilità di installarne una ex novo, puoi tranquillamente optare per un camino a bioetanolo che può essere installato senza vincoli dovunque tu lo desideri. Il bioetanolo è un combustibile liquido derivato da sostanze di origine vegetale, quindi ecologico e sostenibile, non ha bisogno di corrente elettrica né di speciali autorizzazioni, non crea fumo e cenere e la fiamma sprigiona un piacevole tepore. E’ la scelta adatta a chi non vuole rinunciare al crepitio del fuoco, alla luce danzante nella stanza e all’atmosfera raccolta e romantica del caminetto acceso. Se la tua taverna non è di grandi dimensioni ti consiglio di fare scelte minimaliste e scegliere solo pochi arredi essenziali e facili da spostare: se il tuo obiettivo è creare un ambiente dove passare del tempo con gli amici non avrai bisogno che di arredi spartani e semplici.

Ispirazione per installare un biocamino in taverna - Leroy Merlin

Valorizza la parete con il camino

Quali sono i colori da utilizzare per tinteggiare una tavernetta con camino? Non c’è una regola su come tinteggiare le pareti di casa perché il colore è un fatto molto soggettivo e ha il potere di trasmetterci energia ed emozioni in modo personale. Ci sono però delle linee guida che è bene seguire, prima fra tutte lo stile che hai scelto per arredare la tua tavernetta e in secondo luogo la necessità di renderla luminosa. Personalmente sceglierei tinte chiarissime come i bianchi appena colorati o lievi tinte pastello. Un modo per valorizzare e dirigere l’attenzione in un punto particolarmente interessante della stanza è concentrare il colore solo in un punto, per esempio sulla parete del caminetto. Con un pavimento in legno rovere miele starà benissimo il verde bosco e tessile naturale. Se ricerchi un’atmosfera avvolgente, orientati su tinte calde come l’ocra, il senape o il terracotta.

Ispirazione per tinteggiare la parete con il camino - Leroy Merlin

Hai la fortuna di avere un seminterrato? Hai trovato utili i consigli per arredare la tua tavernetta con camino? Se hai bisogno di un confronto di idee chiedi alla Community e lascia un commento qui sotto.

MaraLocatelli
Sostenitore 🏋️‍♀️
23/12/22-18:38 (modificato)

Oggi che si valutano soluzioni alternative per riscaldare casa senza gas, tra le diverse tipologie di stufe elettriche quelle che offrono un consumo a basso costo sono le stufe a infrarossi, un’alternativa innovativa al riscaldamento tradizionale della casa. Offrono la possibilità di godere di un calore confortevole e di risparmiare sui costi energetici senza ricorrere al gas. Vediamo nel dettaglio come funziona e quanto consuma la stufa a infrarossi, per capire se può rappresentare una valida soluzione per riscaldare la casa senza gas.

Stufe a infrarossi: quanto consumano le alternative elettriche al gas

Come funziona la stufa a infrarossi

Capire come funzionano le stufe a infrarossi e quanto consumano è fondamentale anche per potare stabilire se è una soluzione che risponde alle tue esigenze di riscaldamento per la casa. Ci sono diversi modelli si stufe a infrarossi alcune assicurano le emissioni di calore non appena accese e altre invece richiedono un po’ più di tempo per raggiungere la temperatura. Alcune sono alimentate con combustibile, come kerosene o gas, altre con biomasse e altre ancora sono stufe elettriche a infrarossi. Quello che le accomuna è la modalità di diffusione del calore prodotto dalla stufa e che avviene tramite gli infrarossi per irraggiamento. I raggi infrarossi sono onde elettromagnetiche che non sono visibili agli occhi umani. Trasportano calore senza produrre fumi nocivi e senza inquinare l’ambiente.

Come funzionano e quanto costano le stufe a infrarossi- Ispirazione Leroy Merlin

Stufa a infrarossi: le caratteristiche

Nella stufa elettrica a infrarossi troviamo un filamento che, quando si riscalda grazie alla corrente che alimenta la stufa, emette le radiazioni infrarosse. Il meccanismo avviene in maniera pressoché analoga con le altre tipologie di stufe: il calore emesso attraverso raggi infrarossi che si propagano nella stanza viene assorbiti dalle superfici che si trovano nel loro raggio di azione. Quindi, basta mettersi davanti alla stufa per avvertire subito il calore.
Un aspetto importante delle stufe a infrarossi elettriche è che non generano alcuna emissione di gas o di fumo, sono quindi molto efficienti e pulite per riscaldare casa. Se per l'alimentazione si attinge a fonti di energia rinnovabile, la stufa a infrarossi si rivela anche un apparecchio che riscalda in maniera ecologica. Va detto, poi, che le stufe infrarossi sono anche estremamente silenziose e possono essere installate in qualsiasi ambiente.

Le stufe a infrarossi sono silenziose - Ispirazione Leroy Merlin

Stufe a infrarossi quanto consumano e con quale resa

Per capire quanto consumano le stufe a infrarossi parti dal presupposto che il riscaldamento delle stufe elettriche a infrarossi ha una resa pari a 1 esattamente come altre stufe elettriche. Questo vuol dire che per ogni kWh elettrico consumato le stufe a infrarossi producono 1kWh termico. La stufa a infrarossi può funzionare molto bene anche senza bisogno di regolarla al massimo della potenza.
Per scegliere la stufa giusta è necessario determinare le dimensioni dell'ambiente da riscaldare e la potenza richiesta per coprire la superficie da riscaldare. Queste caratteristiche sono determinanti nel calcolare quanto consumano le stufe a infrarossi dei diversi modelli. Generalmente si può dire che una stufa a infrarossi medio-piccola può consumare tra i 300 e i 600 watt orari, mentre un modello medio-grande può arrivare fino a 1 kW orario. I risparmi energetici possono diventare ancora maggiori se si utilizzano termostati intelligenti in grado di regolare automaticamente la temperatura e ridurre il consumo energetico quando non serve più.

Quanto consuma una stufa ad infrarossi in termini economici?

Adesso che ti è chiaro il meccanismo alla base di questi apparecchi, comprendi anche che per determinare quanto consuma una stufa a infrarossi bisogna conoscere qual è la fonte che le dà corrente. Infatti, è il diverso tipo di carburante che incide su quanto consuma una stufa ad infrarossi. Il costo varia in base al tipo di alimentazione, ma anche se la inseriamo tra le tra stufe elettriche resta comunque una scelta basso consumo che garantisce un buon risparmio energetico perché riscaldano direttamente il corpo senza riscaldare l’aria. Questo è il motivo per cui si utilizzano tanto all’aperto. L’altro vantaggio è che anche il costo della stufa a infrarossi può essere contenuto (si va da qualche centinaio di euro a diverse migliaia per i pannelli in muratura) e non ci sono spese di installazione o manutenzione.

Vantaggi, costi e consumi delle stufe a infrarossi- Ispirazione Leroy Merlin

Spero di averti aiutato a chiarirti le idee su quanto consuma una stufa a infrarossi elettrica e su come funziona. Tieni presente che ci sono comunque tante altre valide alternative per scaldare casa in maniera efficace, economica e pulita. Puoi approfondire le informazioni nelle pagine del Magazine e lasciarci i tuoi dubbi o domande nei commenti.