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Vivi la tua passione per la casa e il giardino, scopri le ultime tendenze di stile e trova nuovi spunti per i tuoi progetti con gli articoli della nostra redazione.
Il 15 giugno 2024 si è svolta una nuova edizione del Bricolage del Cuore, la grande maratona di solidarietà organizzata da Leroy Merlin per migliorare la vita delle persone che vivono in case accoglienza, strutture comunitarie, sedi di associazioni o beni comuni.
Su tutto il territorio nazionale, da nord a sud, ci siamo uniti in oltre 500 volontari per combattere la povertà abitativa mettendo in campo la nostra voglia di fare e di collaborare con le comunità locali.
Quest'anno abbiamo realizzato 33 cantieri di Bricolage del Cuore, scopriamo insieme i lavori che abbiamo realizzato:
Non dimentichiamo inoltre ll “dietro alle quinte” di questo progetto, in ciascun negozio infatti, è stato istituito un “Comitato del Cuore”: un gruppo di lavoro che ha guidato la scelta dell’associazione, definito il progetto, scelto i prodotti e i materiali. Il Comitato si occupa anche di guidare la giornata dell’evento svoltasi tra il 6 e il 29 giugno a seconda del negozio.
I comitati sono composti da persone di Leroy Merlin, dai clienti più sensibili ai temi sociali, e dalla rete dei soggetti e realtà con cui i singoli negozi operano: ad esempio le associazioni del terzo settore, gli architetti e gli artigiani, i creator che tengono corsi in negozio, le scuole e gli enti culturali locali.
E per loro il lavoro non finisce qui! Il Bricolage del Cuore è solo la prima tappa: i Comitati del Cuore ci accompagneranno infatti in tutti gli eventi e progetti che aggregano persone che hanno voglia di fare e di sentirsi utili alla comunità.
Iniziamo a condividere alcuni degli scatti più belli di questa edizione del Bricolage del Cuore
“Rendere la casa un posto positivo in cui vivere” per noi di Leroy Merlin significa garantire ad ogni persona il diritto alla propria casa ideale, con soluzioni utili e a impatto positivo.
Per portare avanti questa mission, abbiamo costruito una strategia di sostenibilità che si articola in cinque sfide principali: Ingaggio delle Comunità, Affermazione della Pluralità, Decarbonizzazione, Economia Circolare, Sensibilizzazione dei clienti.
Progetti come il Bricolage del Cuore raccontano il nostro impegno concreto per la sfida di ingaggio delle comunità.
@GiuliaMarti96 grazie a voi che avete partecipato!
@sara_2808 💚💚💚
I tropici, con i loro paesaggi mozzafiato disegnati da spiagge incontaminate, acque cristalline e svettanti palme mosse dalla brezza marina, sono i paradisi terrestri per eccellenza, dove tutti noi vorremmo passare – almeno una volta nella vita – indimenticabili momenti di puro relax, lontano da impegni e preoccupazioni quotidiane. Se però, al momento, la realtà ci costringe a lasciare nel cassetto il nostro sogno…c’è una soluzione per viaggiare con la fantasia e sentirsi comunque in vacanza senza muoversi da casa: trasformare lo spazio outdoor, grande o piccolo che sia, in un lussureggiante e bellissimo giardino tropicale che diventerà la nostra esclusiva isola caraibica a chilometro zero! Come fare? Se vi lascerete ispirare dalle idee e dai consigli che ho pensato per voi, portare i tropici a casa sarà facilissimo e darà soddisfazioni impagabili!
Ispirazioni per trasformare lo spazio esterno in un giardino tropicale – Leroy Merlin
Il primo passo per creare il nostro giardino tropicale è definire il mood del “contenitore” che andrà poi a ospitare la vegetazione, gli arredi e i complementi: lo possiamo fare scegliendo i materiali per le aree pavimentate e - nel caso di terrazzi, piccoli balconi o di brutti muri incombenti - pensando al rivestimento delle pareti. Ispirandoci ai lussuosissimi resort che popolano i nostri sogni vacanzieri, puntiamo sulle pavimentazioni in legno per esterno: ideali sarebbero essenze di origine africana come il mogano, ma per contenere i costi e fare scelte più responsabili, possiamo utilizzare le maxi piastrelle in pino trattato con impregnante color tabacco che offrono un ottimo compromesso estetico e sono oltretutto facilissime da posare. In alternativa, valutiamo anche le pratiche e durevoli piastrelle a incastro in BPC, il materiale composito ottenuto dalla plastica e dal bambù. Per le pareti, le soluzioni sono tantissime: importante è dare anche a loro il mood tropicale che potremo ottenere con della rigogliosa vegetazione rampicante (da sostituire con una siepe artificiale, se le condizioni non permettono la crescita ottimale delle piante) o una tinteggiatura con abbinamenti di colori freschi e luminosi come il verde, il rosa, l’azzurro e il bianco.
Idee per scegliere i materiali più adatti alla creazione di un giardino tropicale – Leroy Merlin
Una volta definito il contenitore, dobbiamo pensare al suo allestimento scegliendo gli arredi più adatti al tropical mood che vogliamo ottenere. Anche in questo caso, è il legno a “farla da padrone”, ma dobbiamo stare attenti a non sbagliare stile! Assolutamente da evitare sono le linee troppo squadrate - più adatte ad ambienti contemporanei - e le soluzioni molto elaborate, ideali per contesti più ricercati. Perfette sono invece le linee morbide, non necessariamente stondate, ma con una decisa vocazione alla comodità, al benessere e al relax. Io, per esempio, sceglierei un divano basso in legno di acacia con accoglienti cuscini in tessuto grigio chiaro: con più sedute, abbinate ai tavolini coordinati, potremmo quindi comporre una vera e propria isola dedicata al riposo e alla tranquillità. Se poi creiamo un parterre di ghiaietto a pezzatura fine…al nostro atollo tropicale non mancherà davvero più nulla!
Gli arredi ideali per il giardino tropicale sono comodi e accoglienti – Leroy Merlin
Altra mossa decisiva per esaltare l’atmosfera esotica del nostro giardino è aggiungere i complementi giusti che saranno super colorati e morbidissimi: sto parlando di cuscini con vistose fantasie tropicali da appoggiare sui divani per renderli ancora più confortevoli e di futon pieghevoli da pavimento che all’occorrenza si possono trasformare in lettini prendisole sui quali schiacciare un pisolino nella pace più assoluta. Oltre all’aspetto funzionale, i cuscini decorativi e da pavimento ci offrono anche l’occasione per introdurre, nel nostro giardino tropicale, cromatismi accesi e squillanti senza correre il rischio di appesantire l’aspetto dell’intero ambiente. Altro contributo stilistico da non sottovalutare è l’opportunità che i cuscini offrono di cambiare l’outfit del nostro soggiorno en plein air con pochissima fatica e una spesa decisamente contenuta. Un’idea? In base ai colori prevalenti della fantasia tropicale che abbiamo scelto, acquistiamo anche delle federe in tinta unita, per esempio con varie gradazioni di verde, di giallo o di rosso e cambiamole di volta in volta per dare un’impronta cromatica sempre diversa!
Come esaltare l’atmosfera esotica del giardino tropicale con cuscini decorativi e da pavimento – Leroy Merlin
Se le giornate di vacanza cittadina nel nostro giardino tropicale trascorreranno all’insegna del dolce far niente, al calar del sole tutta l’energia recuperata servirà per organizzare indimenticabili feste insieme agli amici più cari. È quindi importantissimo pensare all’illuminazione giusta per assolvere le necessarie funzioni pratiche (come sicurezza e visibilità), ma anche per accentuare lo stile esotico quando fa buio. In linea di massima è bene differenziare le sorgenti luminose in base alle finalità cui sono destinate, per cui potremmo scegliere luci a incasso - che si mimetizzano con muri e pavimentazioni - laddove hanno prevalentemente un ruolo funzionale, e concentrare nelle zone dedicate alla convivialità gli apparecchi illuminanti con una decisa connotazione decorativa: a questo proposito, ideali per esaltare il mood tropicale sono le lampade a sospensione in rattan con luce dimmerabile che possiamo appendere in gruppo, ad altezze diverse, sopra il tavolo da pranzo o la zona conversazione.
Come illuminare il giardino tropicale con lampade a sospensione in rattan – Leroy Merlin
Il tocco finale per completare il nostro giardino tropicale è la scelta della vegetazione che contribuirà in modo rilevante a esaltarne il carattere esotico. Prima però di procedere all’acquisto è bene considerare i fattori climatici e ambientali del giardino e lo spazio che abbiamo a disposizione: alcune piante tropicali crescono infatti in modo molto rigoglioso, mentre altre non sono adatte alle temperature rigide o a condizioni di scarsa umidità. In generale è bene concentrare la vegetazione negli angoli più riparati del giardino, magari a ridosso di un muro, in modo che si possa creare un microclima ideale. Con questa e altre dovute accortezze (come l’eventuale ricovero invernale o la protezione con cappucci antigelo in TNT) le piante esotiche ci daranno grandi soddisfazioni e il nostro giardino sarà lussureggiante e verdissimo come un’autentica foresta tropicale! Qualche suggerimento per le piante più indicate? La Chamaerops Humilis, meglio conosciuta come palma nana, che è poco ingombrante ma ha una chioma molto piena, il banano con il suo splendido fogliame ornamentale e la Cycas revoluta che si adatta bene anche alla coltivazione in vaso.
Come realizzare l’angolo adatto alla crescita delle piante tropicali – Leroy Merlin
Se stai pensando di realizzare il tuo piccolo paradiso esotico e hai bisogno di qualche consiglio personalizzato o vuoi scoprire come coltivare al meglio le piante tropicali in giardino, scrivilo qui nei commenti: sarò felice di rispondere a tutte le tue domande!
L’altezza del lavabo è una di quei particolari a cui non pensi finché non ti accorgi che c’è qualcosa di sbagliato, che usarlo è davvero scomodo o che non riesci proprio a fare una determinata cosa. A me è capitato quando mi hanno montato i sanitari troppo in basso. Davvero terribile, avevo l’effetto di cadere ogni volta, anche per pochi centimetri in meno! Capiamo insieme, allora, qual è l’altezza giusta a cui posizionare il lavabo del bagno, nel caso tu debba installarlo ex novo o sostituire quello vecchio con un modello diverso.
Ad ogni bagno, il suo lavabo perfetto – Leroy Merlin
La prima cosa da fare è, come sempre, chiedersi quale persona utilizzerà il bagno, quali sono le sue caratteristiche e, quindi, le sue necessità. E’ vero che esistono delle misure standard, calcolate sulla media della popolazione in modo che possano essere (più o meno) giuste per tutti. Ma spesso ci si dimentica che, quando ci sono esigenze particolari, anche pochi centimetri fanno davvero la differenza! Normalmente un lavabo va installato in modo che il bordo superiore sia a circa 85 cm da terra. E questo indipendentemente dal modello. Un bambino chiaramente non ci arriva, per cui avrà bisogno di avere sempre il suo sgabello a portata di mano, ma può essere che anche per una persona un po’ bassina o, al contrario, molto alta risulti scomodo usarlo. Valuta quindi com’è la tua famiglia e… se come coppia formate l’articolo “il”, perché non mettere due lavabi ad altezze diverse? La soluzione perfetta è un piano formato da due parti sfalsate, ciascuna con il suo lavabo d’appoggio. Elegante, originale ed estremamente pratico!
Posiziona il mobile lavabo all’altezza giusta per te – Leroy Merlin
Un altro fattore da tenere in considerazione, prima di installare il lavabo, è l’uso che dovrai farne. Servirà solo per lavarsi le mani o magari anche per uno shampoo veloce? Hai un solo bagno e quindi avrà anche la funzione di lavanderia, per fregare le macchie difficili o sciacquare gli stracci? O magari c’è un bebé in arrivo e almeno per un po’ il lavandino funzionerà da vasca per il suo bagnetto? Come vedi, sono elementi che ti aiuteranno a trovare la giusta altezza e il giusto modello, non solo del lavabo, ma anche del miscelatore. In base agli usi infatti va trovata la posizione più adeguata, così da avere sufficiente spazio di manovra sotto il getto dell’acqua, senza però spruzzare ovunque. E senza farsi venire mal di schiena.
L’altezza del lavabo cambia a seconda del suo utilizzo – Leroy Merlin
In realtà il criterio resta lo stesso, indipendentemente dal modello che sceglierai. Solo i lavabi a colonna hanno un’altezza obbligata, che è di circa 70 cm per la colonna, ma puoi variare comunque la misura finale scegliendo il lavabo da abbinare. Anche il punto di attacco dello scarico rappresenta un vincolo, nel caso ci si voglia scostare dalle misure standard. Una buona soluzione, in questo caso, è ricorrere al sifone sagomabile, che permette una maggiore flessibilità, coprendolo con una semicolonna. Molta più libertà offrono i lavabi a incasso o da appoggio, se posati su un piano o un mobile sospeso, perché in questo caso decidi tu, in base al modello di lavabo e all’altezza dei suoi bordi, la misura a cui appendere il mobile. Non per niente è questo oggi il modello più venduto. Per non parlare della sua eleganza, che svincola il bagno dal segno estetico del “sanitario” e lo arreda come ogni altra stanza della casa, con mobili dalle linee pulite e moderne.
Mobile sospeso con lavabo a incasso per un bagno funzionale e moderno – Leroy Merlin
La presenza di persone con bisogni speciali, anche momentanei, non impedisce di avere un bagno elegante e stiloso. Ce ne parla Elisabetta nel suo articolo. Cosa si può fare nel caso del lavabo? La cosa più importante è che al di sotto di esso rimanga uno spazio libero, per accostare carrozzina, con altezza minima di 70 cm. Il lavabo, che può essere sospeso, oppure da incasso o da appoggio su un piano, dovrà avere un’altezza ed una profondità non eccessive, così da permettere un facile raggiungimento del miscelatore. Per il resto, via libera alla scelta del modello preferito per un bagno accessibile, ma all’ultima moda!
Asseconda le tue esigenze, ma con stile – Leroy Merlin
Ora che hai tutti gli elementi, puoi anche cimentarti nella posa fai da te del lavabo. Seguendo il nostro Tutorial, non rischierai di combinare pasticci! Se non hai voglia però di armeggiare con tubi e silicone, non preoccuparti, c’è il nostro Servizio posa e installazione che provvederà a tutto. Facci sapere in ogni caso com’è andata e se vuoi altri consigli, scrivi nei commenti!
sto impazzendobper il mio mobile bagno. dovrebbe essere per tutti i giorni, ma anche per lo shampoo. profondo ma non a pilozza, elegante ma funzionale, magari pernlo shampo pure e così, sono senza lavabo ancora. :(
Mansarda mon amour! Adoro i sottotetti con i loro poetici abbaini e se hanno un piccolo balconcino o un terrazzo a tasca acquistano ai miei occhi un fascino irresistibile. Certamente arredare un sottotetto richiede uno studio attento e scrupoloso soprattutto se il soffitto è particolarmente basso: occorre trovare soluzioni salvaspazio per rendere vivibili e funzionali gli ambienti senza sovraccaricare l’insieme. Il progetto diventa quindi fondamentale per non lasciare nulla al caso o commettere errori che, invece di rendere speciale e romantico vivere in un sottotetto, ne compromettano la qualità. Per rendere la mansarda un luogo magico e ricco di charme è importante valorizzare gli elementi strutturali, come le travi in legno, un lucernario o un pilastro e sfruttare al massimo gli spazi ragionando sulle altezze disponibili. Ecco alcune idee.
Sfrutta nella porzione più bassa con il guardaroba - Leroy Merlin
Una volta verificati i requisiti per rendere il sottotetto abitabile (ogni regione prevede altezze minime calcolate nella media delle altezze della mansarda), puoi scegliere di trasformarla nella cameretta dei bambini. Addossa il letto alla parete più bassa e realizza uno spazio intimo per dormire, giocare, sognare e lascia libero lo spazio centrale, generalmente più alto, per poter muoversi e giocare in libertà. Puoi montare al soffitto spiovente un cavo in acciaio per tende o una riloga e appendere romantiche tende per creare un angolo raccolto e riservato. Con una catena di lucine renderai l’atmosfera ancora più magica. La carta da parati contribuisce ad arredare la stanza che potrai posare non solo sulla parete ma anche in continuità con il soffitto.
Ispirazione per la cameretta di una bambina sognatrice - Leroy Merlin
La parte più bassa di un bagno mansardato sembra fatta apposta per accogliere la vasca. Ecco il punto perfetto da sfruttare per concedersi il lusso in un momento di relax al chiaro di luna. L’altezza minima necessaria per installare una vasca a incasso è 60 cm ma occorre considerare l’inclinazione della falda del tetto per avere abbastanza agio e non sentirsi “schiacciati” da un opprimente soffitto troppo basso. Una finestra inclinata allevia il senso di altezza ridotta e ti permetterà di rimirare il cielo e goderti i tuoi momenti anti stress in assoluta tranquillità. Disponi il mobile bagno nella parte centrale per utilizzare la porzione più alta della stanza con specchio ed eventuali pensili.
Idea per posizionare la vasca da bagno sotto la Velux -Leroy Merlin
Pavimento bianco lucido e pareti splendenti e immacolate rimarcano e accentuano la luminosità dando la percezione di un ambiente più ampio e vivibile. Una buona idea è delegare agli arredi il compito di “colorare” il soggiorno. Ecco nell’immagine qui sotto una soluzione interessante per il living con un divano composto da una base in legno (puoi realizzarla anche da te!) che corre lungo la parete più bassa e crea un angolo conversazione ampio e accogliente. Seduta e schienale sono composti da comodi e grandi cuscini in pelle affiancati a cuscini d'arredo più piccoli in tessuto nelle tonalità del rosa e del melanzana. Posizione perfetta per godersi la luce del tramonto.
Soluzione faidate per il divano ad angolo - Leroy Merlin
Come gestire la pendenza del tetto? Una soluzione semplice ma molto utile nel progetto di un bagno in mansarda è realizzare una controparete. Oltre a servire per incassare gli impianti, permette di far avanzare verso il centro della stanza i sanitari, aumentando l’altezza utile. Inoltre può diventare un comodo e utilissimo piano d’appoggio per tutti gli oggetti che in una stanza da bagno non mancano mai, dai prodotti di bellezza, a cestini porta oggetti, dagli asciugamani a piante da interni.
Soluzione per incassare gli impianti in una controparete - Leroy Merlin
Se lo spazio è poco è obbligatorio sfruttare ogni centimetro. Puoi rivolgerti ad un falegname o costruire di persona mobiletti su misura da incassare tra parete e spiovente, oppure puoi attrezzare la parete con ripiani o mensole a cubo con cui comporre i contenitori adatti alle tue esigenze. Infine monta un sistema di ante scorrevoli per proteggere dalla polvere e donare alla stanza una pulizia visiva che renderà la casa più ordinata.
In cucina la dispensa è nascosta da ante scorrevoli - Leroy Merlin
Come alternativa alla chiusura delle zone bassissime del sottotetto, puoi scegliere una cassettiera, ottima per la camera da letto. Ceste di vimini e bauli di legno, anche scovati in mercatini vintage, sono molto utili come contenitori per la biancheria o il cambio di stagione perché di altezze ridotte. Nella zona giorno sfrutta questo spazio per una libreria componibile o per il mobile tv. I sottotetti, proprio per la conformazione irregolare e non standardizzata, sono un incredibile stimolo alla creatività per trovare soluzioni originali e personali per le esigenze di ogni famiglia.
Nelle parti basse del sottotetto arreda con cassettiere e bauli - Leroy Merlin
Hai trovato suggerimenti per arredare il tuo sottotetto bassissimo? Pensi di sfruttarlo solo per ricavare una stanza in più o è abbastanza ampio da trasformarlo in un appartamento? Se ti interessa l’argomento puoi leggere anche l’articolo “mansarde moderne: ispirazioni per arredarle al meglio” e se hai dubbi o domande scrivi un commento qui sotto.
È quasi estate e tutti sono pronti per inaugurare i propri spazi outdoor. C’è chi l’ha già fatto, magari organizzando una cena con amici e familiari, e chi sì sta preparando in vista della prima occasione. Avete mai pensato di rendere ancora più speciale la vostra tavola all’aperto, in giardino o sul balcone, apparecchiandola e decorandola con un oggetto realizzato con le vostre mani? In questo articolo vi racconto come realizzarlo unendo l’arte del riuso creativo e, ovviamente, tutta la vostra fantasia. Ecco, quindi, come creare un originale porta posate, partendo da dei semplici vasi in terracotta, per stupire tutti i vostri ospiti!
Materiali:
Come prima cosa, dovete pitturare il vostro vaso in terracotta. Scegliete quindi la tinta che preferite, magari lasciandovi ispirare dai colori dell’estate, come ho fatto io. Non dimenticate che potete realizzare tanti vasi quanti sono i tipi di posate che volete raccogliere. Io, per esempio, ho deciso di prepararne due, uno per le forchette ed uno per i coltelli, mentre per le tinte ho optato per un rosa pastello e un bel verde salvia. Dipingete interamente i vostri vasetti e anche i sottovasi che, oltre a diventare quell’elemento decorativo in più, renderanno anche più maneggevoli i portaposate.
Quando avrete finito di pitturare i vasi e il colore si sarà asciugato, potete passare alla seconda parte della personalizzazione dei vostri portaposate. Scegliete, quindi, un disegno da realizzare. Ovviamente, largo alla creatività: potete disegnare a mano libera facendovi guidare da nient’altro che la vostra fantasia o lasciarvi ispirare da stencil, facilmente ricalcabili anche dai meno esperti. Io, per esempio, ho scelto di riprodurre delle posate avvolte da un nastro, ma la bellezza di questo tipo di progetto fai da te è proprio che ognuno può scegliere un soggetto diverso, così da ottenere a tutti gli effetti un oggetto unico e personale. Mi raccomando: realizzate prima il disegno a matita e solo dopo ripassarlo con il pennarello indelebile!
Pitturati e decorati i vasi, i portaposate iniziano a prendere forma. Potrebbero essere perfetti già così, ma perché non aggiungere un tocco creativo in più per renderli ancora più speciali? Io ho scelto di applicare un filo di juta, tagliato a misura, per coprire la parte superiore del portaposate.
Avete dato a tutti gli effetti una nuova vita a dei semplici vasi in terracotta trasformandoli in dei perfetti portaposate che impreziosiranno le vostre tavole. Ora non resta che preparare e aggiungere le etichette su cui scrivere il nome del tipo di posata che avrete deciso di inserire: “Forchette”, “Coltelli”, “Cucchiai” etc. Per farlo, prendete il cartoncino, bianco o colorato, e ritagliate tante etichette quanti sono i portaposate che avete realizzato. Create un foro su ognuna e poi legatele al filo in juta intorno alla parte superiore del vaso. Et voilà!
Ed ecco che quei vecchi vasi sono pronti per il loro nuovo utilizzo! Dare una seconda vita ad oggetti di scarto o che non usiamo più è un modo creativo per divertirsi e fare anche del bene al Pianeta. Il risultato? Un oggetto unico, decorato e personalizzato in ogni dettaglio con le vostre mani. Provate anche voi, e se avete domande scrivetele pure qui nei commenti!
ho gradito
Se ti piacciono le piante ma non sei dotato di pollice verde, sicuramente avrai pensato di puntare su quelle grasse, che generalmente richiedono pochissime cure e danno tante soddisfazioni a patto che vengano coltivate nelle condizioni a loro più gradite. Si tratta di piante dotate di tessuti ricchi di acqua, che per adattarsi a vivere in ambienti difficili, in climi caldi e siccitosi, hanno modificato fusti e foglie in modo tale da immagazzinare il più possibile le riserve d’acqua necessarie a sopravvivere in condizioni per lo più inospitali. Inoltre hanno adottato strategie di difesa efficaci, come la presenza di spine più o meno lunghe e rigide, non solo per difendersi, ma anche per limitare la perdita di acqua per evapotraspirazione… Cactacee, crassulacee, euforbiacee, agavacee … apparentemente rudi e offensive, sono in realtà piante estremamente belle e affascinanti, inoltre, vi sono alcune specie in grado di emettere dei fiori così appariscenti e belli da rimanere a bocca aperta! Ecco, dunque, 6 piante grasse che fanno fiori bellissimi e che ti consiglio di coltivare in vaso o in un angolo assolato, caldo e riparato del tuo giardino:
L’aspetto nudo o spinoso di alcune piante grasse, viene ravvivato dall’emissione di fiori estremamente appariscenti e belli, che ci sorprendono ogni volta che compaiono e si aprono brillando sotto il sole. Vi sono alcune specie di piante grasse che hanno una fioritura davvero sorprendente! I loro fiori, a struttura per lo più imbutiforme o campanulata, sono vistosamente colorati e hanno dimensioni anche molto grandi, con petali carnosi e brillanti sotto il sole, in alcuni casi disposti a strati sovrapposti. Sono tutti aspetti studiati appositamente dalla natura per aiutare queste piante ad attrarre gli insetti impollinatori, anche in ambienti desolati e desertici. Ecco 6 piante grasse che puoi coltivare all’esterno, anche in vaso sul balcone, e che ti stupiranno con la loro fioritura!
Anche le piante grasse sono in grado di fiorire vivacemente, scopri quali sono! - foto dell'autrice
La “coda di topo”, come viene comunemente chiamata questa pianta grassa, è una delle più facili da coltivare. Lungo i suoi lunghi fusti penduli, cicciotti e pelosi, in primavera compaiono boccioli che si apriranno in bellissimi fiori imbutiformi di colore rosa o rosso-porpora.
La “coda di topo” si riempie di fiori vivacissimi a inizio estate – foto dell’autrice
E’ una rosetta di foglie succulente e ricoperte di una sottile e fitta peluria chiara, motivo per cui viene chiamata “setosa”. Da fine primavera in avanti sviluppa infiorescenze lunghe fino a 30cm portanti vistosi fiorellini a forma di orcio vivacemente colorati di arancione e giallo.
Tra le foglioline vellutate, si erge una lunga infiorescenza con tanti fiorellini giallo-arancio – foto dell’autrice
E’ una cactacea dotata di fusti cilindrici costoluti, piuttosto bassi e tozzi, di colore verde scuro; portano spine corte e pungenti riuniti in areole. A inizio estate produce fiori diurni veramente belli a forma di trombone: all’estremità di un tubo lungo si aprono petali a punta sovrapposti di colore bianco rosato estremamente appariscenti.
Il fiore di Echinopsis eyriesii è grandissimo, veramente stupefacente! – foto Pixabay
E’ una cactacea a portamento pendulo, con fusti lunghi 40-50cm, carnosi e appiattiti, spesso a tre costole, con areole di spine sottili ai margini. A primavera emette vistosi fiori imbutiformi di colore rosso scarlatto che si aprono da boccioli che si formano proprio lungo i margini dei fusticini.
Purtroppo rimangono aperti solo un giorno, ma sono stupendi i fiori rossi di Epiphyllum! – foto dell’autrice
Anche dette “pietre viventi” o “sassi vivi”, queste piante grasse sono talmente simili a sassi nel loro aspetto, forma e colore, da passare inosservati. Motivo in più per destare stupore nel momento della fioritura, quando, nella fenditura tra le foglie carnose, si apre un fiore solitario, largo in media 3cm, con numerosi petali sottili gialli o bianchi.
Sembrano sassi, ma sono piante vive, i Lithops, e lo dimostrano con la puntuale e vivace fioritura! - foto Leroy Merlin
E’ una pianta succulenta cespitosa, con fusti angolari e dentati, lunghi 20-25cm e spessi 2-3cm. L’aspetto più appariscente di questa pianta sono i fiori, che si aprono in estate: 5 petali ampi e appiattiti, lievemente pelosi e maleodoranti, di colore ocra macchiati di rosso porpora, con sottili rughe trasversali bruno-rossastre. Ancora più appariscenti sono quelli di Stapelia gigantea, larghi fino a 35cm!
I fiori di Stapelia sono appariscenti e quasi smisurati rispetto alle dimensioni della pianta – foto Leroy Merlin
Se vuoi avere piante grasse belle e in salute, coltivale nella maniera corretta!
Utilizza un terriccio specifico per piante grasse, sciolto e ben drenante: puoi anche comporlo tu unendo terriccio comune, sabbia grossolana e pomice in parti uguali. Per assicurare un buon drenaggio, poni sul fondo del vaso, uno strato di ghiaia o argilla espansa. A scopo estetico, infine disponi un po’ di ghiaino o lapillo vulcanico in superficie.
Le piante grasse sono numerosissime, con forme, dimensioni e portamento diverso, caratteristiche da considerare nella scelta dello spazio e del vaso più adatto in cui metterle. Per specie a sviluppo orizzontale e con apparato radicale superficiale, come i Lithops, scegli una ciotola bassa e larga. Per specie a sviluppo verticale, slanciate e dotate di apparato radicale più profondo, utilizza vasi più capienti e stabili: il vaso in terracotta è più pesante e stabile rispetto a quello in plastica, inoltre favorisce la traspirazione dell’umidità nel terreno, evitando lo sviluppo di marciumi radicali. Per specie a portamento ricadente, come Rhipsalidopsis utilizza contenitori sospesi, in modo da farle crescere liberamente verso il basso. Non scegliere mai vasi troppo grandi: queste piante richiedono poca terra.
Ogni 3 anni circa è opportuno rinnovare il terriccio, in modo tale da fornire alla pianta un substrato sempre ben strutturato e ricco di elementi nutritivi. Il rinvaso delle piante grasse non è così semplice, soprattutto quelle di grandi dimensioni e ricoperte di spine, come le cactacee; inoltre, alcune euforbiacee contengono un lattice irritante: indossa sempre un paio di guanti spessi per proteggere le tue mani. Presta attenzione, poi, che alcune sono fragili e si possono rompere facilmente.
Utilizza un vaso stabile e pesante per le tue piante grasse, meglio in coccio! – foto Pixabay
Ricordati che le piante grasse richiedono pochissima acqua! Bagnale all’occorrenza solo nei periodi più caldi, trascurale, invece, in inverno. Come capire quando devo bagnarle? Tocca il terreno con le dita: quando lo senti asciutto vuol dire che devi intervenire, considerando comunque che la terra non deve essere mai troppo bagnata e, assolutamente, evita eccessi e ristagni d’acqua, causa principale di morte di queste piante.
Se vuoi avere fioriture ancora più belle e appariscenti, somministra alle tue piante grasse un concime specifico per piante grasse, seguendo le indicazioni fornite in etichetta.
Coltiva le tue piante grasse in una posizione esposta al sole e riparata da vento o correnti. Una volta individuata la posizione ideale, potrai creare un angolo in cui raggruppare specie diverse che ti regaleranno fioriture magnifiche e scalari da primavera in avanti.
Coltiva le tue piante grasse ben esposte al sole se vuoi che fioriscano tanto! - foto dell'autrice
Queste sono solo alcune delle più belle piante grasse che fanno fiori, ma il mondo delle piante grasse è davvero ampio! Se ti interessano le piante grasse tappezzanti, ad esempio, leggi "7 piante grasse tappezzanti perenni per portare colore in giardino": potrai utilizzarle per abbellire un angolo assolato del tuo giardino. Se ti piacciono le piante grasse e vuoi qualche altro consiglio, o hai dei dubbi, scrivimi qui sotto!
le mie preferite😍
Il dry gardening, anche conosciuto come xeriscaping, è un metodo per creare e mantenere il proprio giardino (o terrazzo) razionalizzando l’uso dell’acqua necessaria per la sua irrigazione. Nel 1981, è stata la società di gestione e distribuzione dell’acqua potabile di Denver - in Colorado - a definire i principi dello xeriscaping che rapidamente si sono diffusi nella porzione occidentale degli Stati Uniti (dove da tempo è in atto un rilevante calo delle riserve idriche) e che oggi, a causa del cambiamento climatico globale, si stanno facendo strada anche da noi in Europa. Contrariamente a ciò che si può pensare, un dry garden non sarà però una semplice collezione di piante grasse: seguendo le poche e semplici regole dello xeriscaping, il suo aspetto non avrà nulla da invidiare a quello lussureggiante e coloratissimo di un giardino tradizionale. Se vi lascerete ispirare, il vostro dry garden sarà una gioia per gli occhi e un amico fedele per il nostro prezioso Pianeta!
Ispirazioni per realizzare un dry garden e contenere i consumi idrici – foto dell’autrice
Perché il nostro dry garden sia bello ed efficiente, dobbiamo cominciare progettandone il layout complessivo. Definire le aree pavimentate (che riducono la superficie da irrigare) e raggruppare la vegetazione in base alle esigenze colturali (esposizione, temperature minime e massime tollerate, caratteristiche del suolo, ecc.) sono infatti i primi passi per limitare le successive bagnature e ridurre così il consumo di acqua. Una volta definite, le aiuole andranno opportunamente preparate per far sì che le piante si sviluppino bene e in salute, senza bisogno di continue irrigazioni: con l’aiuto di una vanga a staffa girevole, dissodiamo quindi il terreno fino a una profondità di almeno 50-60 centimetri così che le radici ne possano raggiungere velocemente gli strati sempre idratati e arricchiamo poi il terriccio con del lapillo vulcanico, utilissimo per trattenere gli elementi nutritivi.
E il prato? Come possiamo immaginare, prato all’inglese e dry garden non vanno molto d’accordo, ma se proprio vogliamo aggiungere al nostro giardino una piccola superficie erbosa, possiamo scegliere la Lippia nodiflora, una tappezzante perenne che resiste bene al gelo, cresce al massimo 10 centimetri e da aprile a ottobre si riempie di piccoli fiorellini bianchi! Non esageriamo però con l’estensione, mi raccomando!
Idee per progettare un dry garden a regola d’arte – foto dell’autrice
Il passo successivo per la creazione di un dry garden è la scelta della vegetazione che dovrà privilegiare alberi, arbusti ed erbacee con poche esigenze idriche. Da questo punto di vista cactus, agavi e aloe offrono senz’altro le migliori performance, ma non sono certo le sole piante da considerare se vogliamo ottenere un dry garden rigoglioso e colorato: possiamo infatti attingere dal ricchissimo “catalogo” che ci offre la flora mediterranea e pensare ad arbusti come l’alloro che può assumere un portamento arboreo e diventare alto anche 10 metri, il robusto oleandro (che è tossico se ingerito, quindi non adatto se abbiamo animali) o il corbezzolo i cui frutti sono utilizzati per fare buonissime marmellate. Per riempire le aiuole ci sono poi le graminacee ornamentali cui possiamo accostare qualche erbacea perenne come la perovskia dalla meravigliosa fioritura blu o l’esuberante e resistentissima gaura lindheimeri. In terrazza puntiamo invece sulle aromatiche, tipiche dei giardini mediterranei, e sulle fioriture delle diverse specie di lantana e gazania che crescono benissimo anche in vaso.
Scegliere la vegetazione giusta per realizzare un dry garden anche in terrazzo – foto dell’autrice
Come abbiamo detto, la filosofia dry non esclude l’uso dell’acqua, ma spinge ad adottare una serie di accorgimenti che permettono di limitarne al massimo lo spreco. Alla preparazione del terreno e alla scelta di piante bisognose di poca acqua va quindi affiancato un buon impianto di irrigazione che consenta di intervenire efficacemente, ma solo quando necessario: un dry garden ben progettato richiede infatti pochissime bagnature nell’arco di tutto l’anno, cui si aggiungono solo le eventuali irrigazioni di soccorso da effettuare nei mesi più caldi. Ideale sarebbe somministrare grandi quantità di acqua (come se si trattasse di un acquazzone estivo) a intervalli molto distanziati in modo che si bagnino lentamente gli strati più profondi del terreno, ma possiamo anche scegliere un sistema di irrigazione ad ala gocciolante (regolato da un programmatore da rubinetto a batteria) che eroga l’acqua in modo uniforme e costante, permettendo comunque un notevole risparmio idrico.
Irrigare un dry garden senza sprecare acqua – Leroy Merlin
In un dry garden, le operazioni di manutenzione sono veramente ridotte all’osso: la scarsità di acqua porta infatti notevoli vantaggi colturali, tra i quali la minor crescita della piante che quindi richiederanno pochissime potature. Non dovremo neppure fare uso di fertilizzanti e…udite, udite: le erbe infestanti non saranno più un problema, dato che non troveranno sufficiente nutrimento e non avranno quindi le risorse necessarie per colonizzare gli spazi liberi! Tutti questi benefici ci consentiranno quindi di avere un giardino bellissimo, colorato e rigoglioso facendo pochissima fatica. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che, con il nostro dry garden, stiamo cercando di contribuire alla salvaguardia del Pianeta, quindi…controlliamo frequentemente il meteo per evitare di irrigare se è prevista pioggia e assicuriamoci che la pacciamatura di ghiaietto a pezzatura fine stesa nelle aiuole sia sempre in buono stato per evitare che l’acqua contenuta nel terreno evapori rapidamente. Tutto qui…il resto ce lo regalerà Madre Natura!
Come ottenere un dry garden rigoglioso con poca fatica – foto dell’autrice
Vuoi realizzare un dry garden per dare il tuo piccolo e importantissimo contributo alla tutela delle risorse idriche del Pianeta? Scrivi le tue idee qui nei commenti e, se hai bisogno di qualche consiglio personalizzato, sarò ben felice di rispondere a tutte le tue domande.
Chi è appassionato di fai da te lo sa: un pannello di legno è come una tela bianca da cui può nascere di tutto e di più. Liberando la fantasia e mettendo in moto la manualità, realizzare oggetti unici e speciali per la propria casa è facile e divertente, soprattutto se diventano anche funzionali, oltre che esteticamente belli. In questo articolo vi racconto come ho realizzato questo originale fermalibri, partendo da un semplice pannello di compensato che ho fatto comodamente tagliare in negozio grazie al servizio taglio legno. Il risultato? Un vero e proprio elemento d’arredo da posizionare su una mensola, sulla scrivania o nella libreria. E potrete inoltre dargli un tocco davvero personale aggiungendo fiori appena recisi, conchiglie raccolte in spiaggia o piantine.
Prendete i vostri due rettangoli da 15x14 ricavati dal pannello di compensato che avete fatto tagliare in negozio e, come prima cosa, passate la carta abrasiva per eliminare eventuali schegge. Adesso che i due rettangoli di legno sono pronti, potete divertirvi a pitturarli come più vi piace: scegliete liberamente tinte, fantasie, disegni. Non ci sono regole, potete basarvi sui vostri gusti personali, sullo stile dell’arredamento della stanza o della vostra casa o lasciarvi ispirare dalla vostra fantasia. Io, per esempio, ho optato per un bianco crema. Una volta dipinti, lasciate che la pittura asciughi.
Mentre la pittura asciuga, potete passare alla decorazione del vaso in vetro trasparente. Prendete il nastro mascherante e applicatelo a strisce circolari (o verticali) in modo da delimitare bene lo spazio da dipingere e quello che, invece, resterà naturalmente trasparente. A questo punto, stendete il colore. Potrete usare lo stesso o sceglierne un altro: io, per esempio ho utilizzato l'azzurro.
In attesa che la pittura sul vetro si asciughi, potete riprendere i vostri due rettangoli di compensato e unirli dalle estremità, formando una L. Per farlo, aiutatevi utilizzando la colla Millechiodi. Fate un po’ di pressione per assicurarvi che siano ben stabili ed ecco la base del vostro fermalibro.
Il vostro speciale fermalibro è quasi pronto! Non appena anche la pittura sul vaso di vetro sì sarà asciugata, togliete il nastro mascherante. È un momento che amo moltissimo perché è l’attimo in cui, con un semplice gesto, tutto sì trasforma! A questo punto, sempre con l’aiuto della colla Millechiodi, fissate il vaso in vetro sulla base del fermalibro che avete realizzato unendo i due rettangoli di compensato e godetevi il risultato!
Che ne pensate del vostro originale fermalibro fai da te? Dove lo posizionerete? Io ho deciso di lasciarlo sulla scrivania, dove in famiglia teniamo raccolti tanti dei nostri libri. All’interno del vaso di vetro ho poi aggiunto anche una una candela e alcune conchiglie raccolte durante la prima gita al mare. Ma la cosa più bella è che sì può sempre cambiare e rinnovare, aggiungendo o integrando altri elementi a scelta, ogni volta che sì vuole. Provate anche voi e se avete domande, scrivetele qui sotto nei commenti.